I fringe benefit, che con l’ultimo Decreto Lavoro sono stati portati a 3mila euro ma soltanto in presenza di figli a carico, potrebbero essere completamente detassati per tutti i lavoratori fino a mille euro. E’ una delle ipotesi al vaglio del governo in vista della prossima manovra, insieme alla detassazione di premi e benefit.
Fringe benefit fino a 1.000 euro per tutti
Oltre alla riforma delle pensioni e al taglio del cuneo fiscale, la manovra 2024 dovrebbe includere anche novità sui fringe benefits. In particolare, tra gli interventi che potrebbero entrare nella prossima legge di Bilancio, spunta l’innalzamento a mille euro dei compensi di beni non in denaro per tutti i lavoratori, non solo per i genitori con figli a carico.
Resta il nodo delle coperture per una misura che, sommata alla detassazione dei premi di produttività (aliquota di favore al 5%), costerebbe fino a 2 miliardi di euro.
Fringe benefit fino a 3mila euro
Il Decreto Lavoro ha alzato la soglia dei fringe benefit per i dipendenti con figli a carico, che adesso è pari a 3.000 euro. Per i lavoratori senza figli a carico, invece, è confermata l’esenzione fino ad un tetto massimo di 258,23 euro, dopo che con il Dl Aiuti bis del 2022 era stata alzata a 600 euro e quindi a 3mila con il Dl Aiuti quater.
Le due soglie – 3.000 euro per chi ha figli e 258,23 euro per gli altri – si riferiscono al tetto massimo di beni e servizi che i datori di lavoro possono elargire ai propri dipendenti esentasse.
La soglia di 258,23 euro si riferisce al valore dei beni ceduti e dei servizi prestati, non è estensibile ai rimborsi e alle somme erogate per il pagamento delle bollette di luce, acqua e gas.
Per essere considerati figli a carico, questi devono avere un reddito non superiore a 4mila euro, che scendono a 2.840,51 euro in caso di età superiore a ventiquattro anni. L’ultima circolare ha chiarito che la condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata al 31 dicembre 2023.
I 3mila euro si conteggiano interamente per ogni genitore, anche in presenza di un unico figlio purché questo sia fiscalmente a carico di entrambi. E anche se i genitori spostano l’intera detrazione per i figli a carico a quello con il reddito più alto.
Il lavoratore con figli a carico deve fare dichiarazione al datore di lavoro di avere diritto alla maggiorazione, riportando i codici fiscali dei figli.
Cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit sono delle forme di integrazioni al reddito che possono essere aggiunte alla busta paga dal datore di lavoro. Sono a tutti gli effetti, dei beni e dei servizi che il datore di lavoro concede ai propri dipendenti, come i buoni benzina o i buoni pasto. Nell’ampio ventaglio dei fringe benefit sono inclusi:
- auto aziendale;
- buoni pasto;
- servizio di mensa aziendale;
- buoni regalo;
- telefono cellulare, computer e tablet aziendali;
- corsi di aggiornamento professionale;
- case in locazione;
- borse di studio per incentivare l’accesso all’istruzione dei figli;
- prestiti agevolati;
- sconti e convenzioni con palestre, negozi e centri benessere;
- polizze di previdenza complementare;
- stock option;
- abbonamenti a palestre o club sportivi.
In alcuni casi i datori di lavoro offrono ai propri dipendenti altri tipi di benefit non monetari, come possono essere delle feste aziendali, delle cene, dei servizi di pulizia o degli asili nido aziendali.
Verso la detassazione dei premi produttività
Oltre ai fringe benefits, il governo sta pensando anche di confermare la detassazione al 5% dei premi produttività che, a differenza dei fringe benefits, vengono erogati sotto forma di somme di denaro.
Sono in corso anche riflessioni sugli incentivi occupazionali per donne e giovani e lavora per confermare i 6/7 punti di taglio del cuneo contributivo, la vera impresa da portare a termine nella prossima manovra. Secondo le ultime indiscrezioni, l’esecutivo vorrebbe mantenere il taglio a 5 punti, come promesso in campagna elettorale, e colmare il vuoto lasciato con la riforma delle aliquote Irpef.