Bonus da 20mila euro per lavorare in questa Regione, il contributo a fondo perduto

Chi sono i beneficiari del bando Giovani Attività Professionali della Regione Lazio e quali requisiti devono rispettare per ottenere il contributo a fondo perduto

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La Regione Lazio rilancia il sostegno alle libere professioni con il bando Giovani Attività Professionali, un’opportunità concreta per professionisti under 40 che vogliono aprire o potenziare il proprio studio nel territorio regionale. Per candidarsi c’è tempo fino al 15 gennaio 2026.

La misura, finanziata con fondi Pr Fesr Lazio 2021-2027, mette a disposizione 5 milioni di euro sotto forma di contributi a fondo perduto. L’obiettivo è favorire la crescita competitiva delle attività professionali, puntando sulla digitalizzazione, sull’innovazione dei servizi e sull’ammodernamento degli spazi di lavoro.

Chi può accedere al bando

Il bando è un forte incentivo alla modernizzazione degli studi professionali, con particolare attenzione a: digitalizzazione dei servizi, innovazione competitiva, sostenibilità degli spazi e dell’organizzazione, autonomia e crescita delle nuove generazioni di professionisti.

Possono beneficiare dell’agevolazione i professionisti in forma singola che non abbiano compiuto 40 anni al 16 settembre 2025, siano titolari di Partita Iva attiva con domicilio fiscale nel Lazio e siano iscritti a uno dei nove ordini professionali ammessi dal bando.

Si, perché il prestito non viene offerto a tutti i professionisti. Possono essere ammessi solo:

Restano dunque fuori giornalisti, infermieri, psicologi e gli iscritti a tanti altri ordini professionali.

È inoltre richiesto un progetto di avvio o sviluppo di un’attività professionale già attiva o di prossima apertura.

Quanto si può ottenere e per quali investimenti

Il contributo massimo erogabile è di 20.000 euro, in funzione della spesa rendicontata, con una copertura tra il 40% e il 60% dei costi ammissibili. L’investimento minimo richiesto è di 10.000 euro.

Le spese ammissibili riguardano:

Spese non ammesse:

Esempi pratici

Spesa totale % copertura Contributo Quota a carico del professionista
12.000 60% 7.200 4.800
40.000 50% 20.000 20.000

Pensiamo a due casi concreti. Ipotizziamo che uno studio di architettura sborsi 13.000 euro per acquisto di software, computer e altra strumentazione elettronica e attività di promozione. In questo caso il contributo spettante è di 7.800 euro. E ipotizziamo che uno studio legale paghi 6.000 euro per rinnovare gli arredi, per comprare nuovo software e per consulenze. Il tutto al costo di 6.000 euro. In questo caso il contributo sarà di 3.600 euro.

Come vengono selezionati i progetti

La valutazione avviene tramite graduatoria a punteggio, basata su:

Criterio Max punti
Fatturato 40
Età del professionista 30
Cofinanziamento (meno soldi chiesti uguale più punti) 20
Novità dell’attività 5
Essere una donna 5
Totale 100

A parità di condizioni, viene favorito chi contribuisce maggiormente con fondi propri e chi ha attività più recenti o ancora da avviare.

Tempistiche e modalità di partecipazione

Le domande si chiudono alle 17:00 del 15 gennaio 2026. La domanda deve essere presentata esclusivamente online tramite piattaforma GeCoWEB Plus.

I progetti finanziati dovranno essere realizzati e rendicontati entro 9 mesi, con obbligo di mantenere sede operativa nel Lazio per almeno tre anni dopo la conclusione. Il contributo viene erogato in un’unica soluzione a fronte della rendicontazione delle spese.

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