Continua a restare in fermento il mondo delle criptovalute, investito da una crisi che difficilmente finirà nel breve periodo. Il 2023 è iniziato sulla stessa scia della parte conclusiva del 2022. La bancarotta di Ftx, la più grande piattaforma di scambio delle monete digitali, avrebbe fatto perdere fiducia in tutto il sistema. Gli effetti hanno colpito prima Genesis, poi Silvergate e adesso Huobi. Non è escluso che l’onda possa travolgere anche altri colossi nei prossimi giorni.
Il taglio dei dipendenti
A causa della crisi la piattaforma Huobi, società con sede a Singapore, ha fatto sapere di voler ridurre del 20% i suoi dipendenti, in modo tale da alleggerire il team nel quadro di un mercato ormai al ribasso. Un annuncio che segue quello della società di brokeraggio Genesis Glogal Trading, costretta nelle ultime ore a un taglio dei suoi impiegati del 30%. Stessa situazione per la società di servizi finanziari per le criptovalute Silvergate Capital, che dopo una grave perdita dei depositi ha programmato esuberi pari al 40% della sua forza lavoro.
Qui il confronto Ftx-Lehman.
La crisi di Silvergate
Proprio Silvergate il 5 gennaio ha perso il 47% sul Nasdaq, dopo aver reso noto che i depositi totali di asset digitali dei suoi clienti sono scesi nell’ultimo trimestre del 2022 da 11,9 miliardi a 3,8 miliardi di dollari. Una vera e propria fuga di capitali.
Secondo la società di servizi finanziari per il mondo cripto la situazione è stata causata dalla crisi di fiducia generata dal crollo di Ftx e altri “fallimenti di alto profilo”, che hanno spinto molti partecipanti del settore a optare per una “posizione di risk off sulle piattaforme di trading di asset digitali”.
Per mantenere il suo bilancio liquido, Silvergate ha deciso di vendere titoli di debito del valore di 5,2 miliardi di dollari, generando una perdita di 718 milioni di dollari. I dipendenti licenziati sarebbero circa 200.
I problemi di Genesis
Problemi simili per Genesis Glogal Trading. Come detto, anche la società di brokeraggio ha dovuto tagliare la sua forza lavoro, in quello che sarebbe un secondo round di licenziamenti in meno di sei mesi, secondo le indiscrezioni dagli Usa.
A novembre aveva annunciato che la sua piattaforma di intermediazione avrebbe smesso di concedere nuovi prestiti, impedendo inoltre ai clienti di ritirare fondi. Il tutto con la giustificazione delle turbolenze del mercato causate da Ftx. Non è escluso che possa a sua volta presentare istanza di fallimento.
I guai di mister Ftx
Intanto Sam Bankman-Fried, fondatore e Ceo di Ftx, noto anche con le sue sole iniziali SBF, si è dichiarato non colpevole di otto capi d’accusa, tra cui frode e cospirazione per il riciclaggio del denaro. L’imprenditore è accusato di aver svuotato i depositi dei suoi clienti al fine di sostenere l’hedge found Alamada Research, acquistare immobili e investire nelle cause politiche.
L’exchange Ftx, lanciato nel 2019, ha dichiarato bancarotta lo scorso 11 novembre dopo non essere riuscito a tamponare un’emorragia di riscatti. Da quel giorno è emerso che Bankman-Fried ha utilizzato segretamente 10 miliardi di dollari in fondi dei clienti per la sua attività commerciale. Lo scorso dicembre l’imprenditore è stato così arrestato alle Bahamas.