Sciopero benzinai, occhio ai rialzi dei prezzi: i distributori che restano aperti

catta oggi nel tardo pomeriggio di martedì 24 gennaio lo sciopero dei benzinai in tutta Italia, da Nord a Sud. L'elenco per regione degli impianti aperti

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Scatta oggi nel tardo pomeriggio di martedì 24 gennaio lo sciopero dei benzinai in tutta Italia, da Nord a Sud. Nulla da fare per i gestori, che speravano in un’apertura in extremis da parte del governo. “Il Governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di ‘trasparenza’ e ‘zone d’ombra’ solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono” attaccano Faib Confesercenti-Federazione autonoma dei benzinai, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio.

Ma Giorgia Meloni, in visita in Algeria, non vuole sentire ragioni: “Il provvedimento è giusto, non si torna indietro“. “Nessuno vuole colpire la categoria” assicura la premier, ma, sottolinea, “li abbiamo convocati già due volte, il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai ma per riconoscere il valore dei tanti onesti. Poi la media del prezzo non diceva che erano alle stelle. Sono state molto poche le speculazioni, ma non potevamo tornare indietro su provvedimento che è giusto: pubblicare il prezzo medio è di buon senso. Su altro siamo andati incontro”.

Anche Assoutenti scende in campo: “Se lo sciopero sarà confermato, i prefetti di tutta Italia devono intervenire per precettare i benzinai e costringere i distributori a rimanere aperti” chiosa Assoutenti, che rivolge un appello anche al Garante per gli scioperi. “Il maltempo che sta imperversando in Italia e l’allerta neve che interessa diverse regioni rendono del tutto inattuabile lo sciopero dei benzinai a prescindere da ogni ragione”, spiega il presidente Furio Truzzi.

Per questo motivo, Assoutenti ha chiesto ai prefetti di tutta Italia e al Garante degli scioperi di attivarsi per vietare la protesta, precettare i gestori e garantire il servizio specie in quelle zone del Paese interessate dall’emergenza meteo. Come preannunciato, se lo sciopero non sarà revocato, l’associazione a difesa dei consumatori avvierà un contro-sciopero, da parte dei consumatori stessi. chiedendo l’adesione degli autotrasportatori, dei tassisti e di tutte le categorie interessate.

Perché protestano i benzinai

Ma i gestori sono irremovibili. Questi i cartelli che vedremo appesi nelle stazioni di servizio nelle 48 ore di stop ai rifornimenti, per spiegare il blocco: “Per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare solo i gestori senza tutelare i consumatori.

Per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti”. Le politiche di prezzo al pubblico, si legge, “non sono imputabili ai gestori, il cui margine medio di guadagno (3 cent/litro) rimane invariato a prescindere dal prezzo finale al consumatore”.

E anche “per impedire che il prezzo dei carburanti torni a salire, in assenza di politiche di riforma e razionalizzazione del settore; contro il rischio di una nuova campagna di criminalizzazione dei gestori che nascondano le vere inefficienze e lo spazio debordante della criminalità”.

Intanto, è stata aperta un’istruttoria da parte dell’Antitrust per indagare sulle grandi big del petrolio, accusate di lucrare sui prezzi.

Gli orari su strade e autostrade

Gli impianti di rifornimento carburanti rimarranno chiusi per sciopero, compresi i self service, per 48 ore consecutive, dalle ore 19.00 del 24 alle ore 19.00 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle ore 22.00 del 24 alle ore 22.00 del 26 gennaio sulla viabilità autostradale.

Attenzione al rialzo dei prezzi

Occhio ai prezzi, però. Come sottolinea il Codacons, proprio in occasione dello sciopero dei benzinai i prezzi dei carburanti stanno registrando rialzi su tutta la rete, “una circostanza che potrebbe rappresentare l’ennesima speculazione a danno degli automobilisti” denuncia l’associazione a tutela dei consumatori, che contro la serrata dei distributori ha presentato un esposto in Procura per interruzione di pubblico servizio.

“I rincari dei listini alla pompa delle ultime ore rischiano di arrecare un danno economico ingente ai cittadini – spiega il presidente Carlo Rienzi – A fronte di uno stato di necessità rappresentato dall’esigenza degli automobilisti di fare il pieno di carburante per non ritrovarsi a secco nei due giorni di sciopero, gli stessi sono costretti a subire prezzi in rialzo su tutta la rete, una situazione che ancora una volta conferma tutti i nostri dubbi e le nostre denunce circa le anomalie nella formazione dei listini alla pompa”.

Al di là di possibili speculazioni, sono già salite le medie nazionali dei prezzi alla pompa, con la benzina fai da te a 1,84 euro/litro (1,98 sul servito) e il gasolio a 1,89 (2,026 sul servito). Ecco le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, rilevati alle 8 di domenica 22 gennaio su circa 15mila impianti:

In autostrada, come sempre accade, i prezzi volano ancora di più:

Sciopero incostituzionale?

E proprio sullo sciopero dei benzinai sarà ora la magistratura a pronunciarsi: il Codacons ha infatti depositato l’annunciato esposto alla Procura della Repubblica di Roma per la possibile fattispecie di interruzione di pubblico servizio.

Nell’esposto si legge che “benché lo sciopero sia un diritto costituzionalmente garantito, la protesta dei benzinai non ha nulla di sensato e di legittimo ed è assai lesiva per i consumatori già vessati dall’aumento esponenziale dei prezzi dei carburanti. Uno sciopero che prevede la chiusura anche dei self non sembrerebbe rispettare i diritti costituzionali della persona annoverati dall’articolo 1, comma 1, della legge n. 146/1990. Chiudere anche gli impianti self preclude di fatto ogni possibilità per i consumatori di poter assolvere alle proprie esigenze di vita connesse alla libertà di circolazione”.

Questo sciopero – denuncia ancora il Codacons – rischia di configurare il reato di interruzione di pubblico servizio secondo cui “chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge, cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità è punito con la reclusione fino a un anno”. Visto che i trasporti costituiscono un pubblico servizio, il servizio – sostiene Rienzi – non può in alcun modo essere interrotto.

I distributori aperti

Proprio perché il servizio di rifornimento carburante è considerato un servizio essenziale, anche durante lo sciopero del 25 e del 26 gennaio, la categoria deve garantire un minimo di stazioni di servizio aperte. La percentuale varia da territorio a territorio ed è calcolata sugli esercizi aperti nei turni festivi.

In caso di sciopero deve infatti essere mantenuto in servizio sulla rete stradale urbana ed extraurbana un numero di stazioni di rifornimento non inferiore al 50%. In genere si tratta degli impianti completamente automatizzati, dove non c’è personale, i cosiddetti ghost.

In autostrada le stazioni di servizio aperte devono essere 1 per ogni 100 chilometri. Ci sono poi altri impianti che potrebbero risultare aperti: si tratta di quei distributori gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere tramite gli appalti in servizi.

Ecco l’elenco dei distributori comunicati ufficialmente che rimangono aperti durante lo sciopero nelle varie regioni.

Lazio

Lombardia

– TURNO A:

TURNO B:

TURNO C:

Piemonte

Altri distributori verranno precettati a Torino dal prefetto ma l’elenco verrà reso noto solo oggi.

Emilia Romagna

Toscana

Trentino Alto Adige

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