Italiani in coda per la benzina: ecco dove costa meno adesso

Lunghe file davanti ai distributori a San Marino e Slovenia dove gli automobilisti possono risparmiare fino a 15-20 euro sul pieno

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Senza più l’ancoraggio al taglio delle accise i prezzi di benzina e diesel sono tornati a volare verso quota due euro, gli italiani cercano di arrangiarsi come possono. Mentre il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin promette l’intervento del Governo rilanciando le ipotesi di speculazione denunciate nell’esposto di Codacons, appena oltre il confine si vedono le file davanti ai distributori, da San Marino all’Austria, dalla Francia alla Slovenia.

Italiani in coda per la benzina: il viavai a San Marino e in Slovenia

Già dal primo di gennaio si registra un viavai costante dalle province confinanti di Rimini e Pesaro Urbino verso San Marino, dove il prezzo medio per litro si è fermato ad 1,50 euro. Da giorni alle stazioni di rifornimento più vicine al confine gli automobilisti si mettono in fila per il pieno, sul quale arrivano a risparmiare fino a 15-20 euro.

Sanno però che si tratta però di una situazione temporanea perché, come già successo ad esempio nel 2016, il Governo sammarinese presto adeguerà i prezzi e le accise. La differenza resterà ma minima e dovuta alla differenza di Iva, in Italia al 22 a San Marino al 21%.

Stesse scene viste in Friuli Venezia Giulia: bastano solo pochi chilometri agli automobilisti di Gorizia per andare ai benzinai di Nuova Gorica, in Slovenia, e fare rifornimento a 1,3 euro al litro per la benzina e 1,5 per il diesel, contro gli oltre 1,8 per la verde e gli 1,9 per il gasolio.

Contro il caro-carburanti la Regione guidata dal leghista Massimiliano Fedriga ha fatto sapere di aver già stanziato 55 milioni di euro e da metà gennaio, i residenti nei comuni entro i 10 chilometri dal confine dovrebbero poter usufruire di un ulteriore sconto fino a 10 centesimi.

Anche in Austria e in Francia sono sempre più gli italiani che vanno a fare benzina oltreconfine: se nel comune ligure di Ventimiglia il prezzo della benzina è di 1,9 euro a litro, nel comune francese di Mentone il prezzo scende fino a 1,6.

Ecco dove costa meno adesso

I prezzi dei carburanti in Italia sono continuati a salire nonostante nelle ultime ore si sia rilevato il crollo delle quotazioni dei prodotti raffinati derivati dal petrolio. Una discrepanza denunciata dall’associazione dei consumatori Codacons che ha ventilato l’ipotesi di speculazione sul costo di benzina e diesel annunciando un esposto per aggiotaggio.

Secondo l’ultima elaborazione dei dati dell’Osservatorio dei prezzi praticati e comunicati dai gestori dei distributori al ministero dello Sviluppo economico, il costo della benzina self service è salito in media a 1,810 euro/litro (+4 millesimi) 1,813 nelle pompe delle compagnie petrolifere, e 1,805 in quelle senza logo, mentre il diesel a 1,872 euro/litro (+4, compagnie 1,874, pompe bianche 1,867).

Per quanto riguarda la modalità servito la verde si attesta a 1,949 euro/litro (+3, compagnie 1,992, pompe bianche 1,865), il gasolio a 2,011 euro/litro (+3, compagnie 2,054, pompe bianche 1,925).

Gpl servito a 0,792 euro/litro (+4, compagnie 0,803, pompe bianche 0,778), metano servito a 2,384 euro/kg (-48, compagnie 2,425, pompe bianche 2,352), Gnl 2,532 euro/kg (+43, compagnie 2,559 euro/kg, pompe bianche 2,513 euro/kg).

Anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sostiene che il prezzo di benzina e dei carburanti “sopra i 2 euro oggi è solo speculazione“, come dichiara in un’intervista alla Stampa, e promette che “se il prezzo dei carburanti dovesse tornare a crescere in modo stabile e significativo, il governo è pronto a intervenire”

“In fase di approvazione della Legge di Bilancio abbiamo fatto un esame delle priorità e in questo ragionamento abbiamo deciso di intervenire stanziando 21 miliardi di euro contro il caro bollette”, ha spiegato motivando la mancata proroga al taglio delle accise da parte del Governo Meloni, tra i motivi che hanno fatto lievitare nuovamente il costo del carburante.