Diventare genitori diventa sempre più costoso. E l’impennata dei prezzi, insieme alla diffusa precarietà nel mondo del lavoro, ha l’effetto di disincentivare migliaia di giovani coppie dal diventare genitori.
Quanto costa un figlio il primo anno
Nonostante la riduzione dell’Iva al 5% sui prodotti per la prima infanzia il costo del latte in polvere, dei pannolini e di tutti gli altri beni necessari continua ad aumentare. L’allarme arriva dall’Osservatorio nazionale Federconsumatori, che periodicamente pubblica aggiornamenti in merito al costo di un figlio nel suo primo anno di vita. Dal rapporto emerge come oggi mantenere un bambino dalla nascita al primo compleanno costi da un minimo di 7.065 a un massimo di 17.030 euro. Rispetto al 2021 si registra un aumento complessivo del +5% per i costi minimi e del +8% per i costi massimi.
Federconsumatori indaga una per una le voci di spesa relative al primo anno di vita di un bebè. Eccone alcune:
- passeggino – nel 2021 da un minimo di 139 euro a un massimo di 589 euro / nel 2023 da 145 euro a 749 euro (per un rialzo fra il 4% e il 27%)
- lettino: 2021 269-779 / 2023 278-873 (rialzo fra 3% e 12%)
- box: 2021 69-169 / 2023 72-179 (rialzo fra 4% e 6%)
- fasciatoio: 2021 109-512 / 2023 114-542 (rialzo fra 4% e 6%)
- biberon (x4): 2021 43-55 / 2023 44-59 (rialzo fra 2% 8%)
- vestiti e calzature: 2021 1.076-2.760 / 2023 1.152-2.980 (rialzo fra 7% e 8%)
- seggiolino auto: 2021 199-299 / 2023 199-319 (rialzo fra 0% e 7%)
- seggiolone pappa: 2021 126-196 / 2023 128-199 (rialzo fra 2% e 1%)
- pannolini (all’anno): 2021 496-1.276 / 2023 547-1.277 (rialzo fra 10% e 0%)
- visite mediche: 2021 929-1.654 / 2023 962-1.781 (rialzo fra 4% e 8%)
- eccetera…
Costo di un figlio dalla nascita al primo anno
Le cifre decimali sono state eliminate per semplificazione. Tirate le somme il totale delle voci nell’elenco Federconsumatori, come detto, va da un minimo di 7.065 euro per i prodotti più a buon mercato a un massimo di 17.030 euro per i prodotti di fascia di prezzo più alta.
L’indagine di Federconsumatori mostra come un aiuto determinante per i neogenitori possa arrivare dal mercato dell’usato, sia nei negozietti fisici che nei siti di compravendita. Tolta tutta la merce usa e getta o deperibile (come pannolini, salviettine, biscotti, pappette e farmaci) comprare online gli oggetti necessari al primo anno di vita permette di risparmiare fra il 29% e il 34%. Il margine di risparmio sugli acquisti online cala comunque rispetto al dato del 2021, che si assestava su una forbice fra il 31% e il 47%. Nei mercatini dell’usato il margine di risparmio si alza ulteriormente: andando dal 55% al 62%.
Pochi bambini in Italia
Nel programma dell’esecutivo Meloni il sostegno alla natalità è un nodo cruciale. Il governo ha messo sul tavolo una serie di misure a partire dal rafforzamento dell’assegno unico universale. Ma, come evidenzia Federconsumatori, i bonus governativi non sono abbastanza per incidere in maniera significativa su una curva di natalità giunta al suo minimo storico. In Italia oggi ci sono appena 7 neonati per 1.000 abitanti. L’Italia si avvia a diventare una nazione di vecchi: nel 2022 si sono registrati 7.489.795 giovani nella fascia 0-14 anni a fronte di 14.051.404 over 65. I vecchi, in pratica, sono già oggi il doppio del giovani. 20 anni fa, nel 2002, si registravano 8.109.389 giovani a fronte di 10.654.649 di anziani. L’età media in Italia è così passata, in un ventennio, da 41,9 anni a 46,2.
Sindacati ed enti previdenziali lanciano l’allarme da anni: secondo la Cgil entro i prossimi 20 anni verranno a mancare 7 milioni di lavoratori: la bordata definitiva alla tenuta del sistema previdenziale italiano. Il tasso di figli per donna diventa addirittura negativo in determinate regioni.