Nuove obbligazioni Eni dopo 11 anni: come avere oltre il 4,30%. Conviene comprarle?

Eni ha lanciato sul mercato nuove obbligazioni con un rendimento interessante. Come funzionano e quanto convengono davvero

Pubblicato: 17 Gennaio 2023 11:52

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Diversi lettori stanno scrivendo a QuiFinanza per avere delucidazioni in merito alla nuova emissione di obbligazioni Eni, partita il 16 gennaio. La Consob ha approvato il prospetto informativo relativo all’offerta pubblica di sottoscrizione e ammissione a quotazione sul MOT organizzato e gestito da Borsa Italiana delle cosiddette Obbligazioni Eni Sustainability-linked 2023/2028. Eni ritorna a proporre un bond esclusivo per il pubblico italiano a distanza di ben 11 anni dall’ultimo.

L’operazione è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione di Eni il 27 ottobre 2022 e le obbligazioni hanno l’obiettivo di finanziare nuovi fabbisogni, mantenere una struttura finanziaria equilibrata e diversificare ulteriormente le fonti finanziarie.

Eni punta a offrire agli italiani uno strumento di risparmio solido, condividendo l’obiettivo verso un’energia completamente decarbonizzata, tecnologicamente avanzata e diversificata, sempre garantendo la sicurezza energetica del nostro Paese.

“Eni è oggi una società estremamente robusta dal punto di vista finanziario e industriale – ha detto l’ad Claudio Descalzi – con un modello di crescita volto a valorizzare al meglio i business legati alla transizione energetica e quelli tradizionali che ne alimentano il successo, anch’essi soggetti al progressivo abbattimento delle emissioni e che continuano a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti”. Vediamo di cosa si tratta, quanto valgono le obbligazioni e se conviene investire acquistandole oppure no.

Cosa sono le nuove obbligazioni Eni

Le nuove obbligazioni Eni, immesse nel sistema di gestione accentrata presso Euronext Securities Milan (Monte Titoli) in regime di dematerializzazione, sono state ammesse da Borsa Italiana e quotate sul MOT, presso cui l’investitore potrà negoziare.

Le obbligazioni sono state collocate per il tramite del consorzio di collocamento e garanzia coordinato e diretto da Intesa Sanpaolo S.p.A. e UniCredit Bank AG, che agisce anche per il tramite della propria Succursale di Milano, del quale fanno parte come garanti Banca Akros S.p.A.-Gruppo Banco BPM, BNP Paribas, BPER Banca S.p.A. e Crédit Agricole CIB, e al quale parteciperanno come collocatori altre banche, società di intermediazione mobiliare e altri intermediari autorizzati. I garanti garantiranno il collocamento fino a un massimo di 1 miliardo di euro.

Chi può comprare le nuove obbligazioni Eni

Le nuove obbligazioni possono essere acquistate esclusivamente dal pubblico italiano. Esclusi invece gli investitori di Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e qualunque altro Paese in cui l’offerta delle obbligazioni non sia consentita in assenza di autorizzazione da parte delle autorità competenti. Inoltre, non costituiscono offerta di strumenti finanziari in qualunque altro stato membro dell’Unione Europea.

Non possono aderire all’offerta gli investitori qualificati, fatta eccezione per:

Caratteristiche delle obbligazioni Eni: durata e lotto minimo

Gli italiani interessati a sottoscrivere le obbligazioni Eni lo possono fare in tre modalità differenti:

Le obbligazioni sono emesse e offerte in sottoscrizione ad un prezzo pari al 100% del loro valore nominale e cioè al prezzo di 1.000 euro per ciascuna obbligazione. Il lotto minimo sottoscrivibile è di 2.000 euro, pari a 2 obbligazioni, con possibili incrementi pari ad almeno 1 obbligazione.

La durata delle obbligazioni è di 5 anni con decorrenza dal 10 febbraio 2023 e il capitale sarà rimborsato interamente alla scadenza del prestito, cioè al 10 febbraio 2028, esclusivamente per il tramite degli intermediari autorizzati aderenti al sistema di gestione accentrata presso Monte Titoli. Valore complessivo di 1 miliardo di euro, ma l’importo potrà essere aumentato fino a 2 miliardi in caso di eccesso di domanda.

Attenzione al rendimento: cosa sapere

Le obbligazioni pagheranno ai sottoscrittori, annualmente e in via posticipata, interessi a tasso fisso sulla base del tasso di interesse nominale annuo lordo che sarà determinato e comunicato entro 5 giorni lavorativi dalla conclusione del periodo di offerta. Il tasso non potrà comunque essere inferiore al tasso minimo, fissato al 4,30%.

Non sono previste spese né commissioni di sottoscrizione. Attenzione però: il tasso di interesse a scadenza è collegato al raggiungimento degli obiettivi Eni di sostenibilità, in particolare ai target di riduzione delle emissioni nette di gas serra (i cosiddetti Scope 1 e Scope 2) associate al business Upstream e di incremento della capacità installata da fonti rinnovabili.

In pratica, l’ultima cedola pagabile il 10 febbraio 2028 sarà collegata al conseguimento dei seguenti target di sostenibilità di Eni, che sono nel dettaglio queste:

A fronte del raggiungimento da parte di Eni di questi target, il tasso di interesse nominale annuo lordo rimarrà invariato fino alla scadenza delle obbligazioni. In caso di mancato raggiungimento di anche uno solo dei due target, il tasso di interesse relativo alla cedola pagabile alla data di scadenza del 10 febbraio 2028 sarà incrementato dello 0,50%.

Il rendimento delle obbligazioni si intende sempre al lordo della imposizione fiscale vigente al momento del pagamento della cedola.

Conviene comprare le obbligazioni Eni?

In generale, possiamo dire che l’investimento si dimostra vantaggioso per una serie di motivi, ma bisogna prestare attenzione.

Infatti, potrebbe essere conveniente se si considerata la solidità del gruppo, gli obiettivi strategici di lungo termine, la presenza di un tasso abbastanza generoso e della cedola, più sicura rispetto alle azioni del mercato azionario.

Tuttavia, occhio alla tassazione: perché, mentre per i BTP è al 12,5%, qui è del 26%. Inoltre, si tratta pur sempre di una Spa, e non dello Stato, e quindi i rischi connessi all’investimento sono per natura maggiori.

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