L’Antitrust torna a sanzionare una grande compagnia di telefonia mobile con una maxi multa da oltre 2 milioni di euro. Stavolta nel mirino dell’Autorità è finita Tim, che diventa il secondo grande caso dopo il “dossier Wind Tre” aperto a inizio anno. Il motivo della sanzione riguarda l’attivazione di servizi e Giga aggiuntivi per la navigazione su internet non richiesti. E a pagamento.
Perché Tim è stata sanzionata
Come ha osservato l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, da luglio 2022 l’operatore ha avviato una nuova politica tariffaria, denominata “Tim Giga aggiuntivi”. Il pacchetto prevede l’attivazione automatica di un servizio aggiuntivo a pagamento per i clienti titolari di scheda Sim ricaricabile. Il tutto senza chiedere alcun consenso, a fronte di un aumento (fino a 2 euro) del costo mensile rispetto al traffico dati già previsto dal proprio piano tariffario.
Nel comunicato ufficiale dell’Antitrust si legge che “Telecom obbliga i clienti a manifestare espressamente, nelle modalità e nei termini indicati, anziché il proprio consenso all’attivazione, il proprio eventuale rifiuto ad essa, in assenza del quale Telecom procede automaticamente al relativo addebito. Il consumatore che non intende utilizzare il nuovo servizio è quindi costretto, per evitare l’addebito, ad attivarsi per mantenere invariato il contratto in essere“.
L’offerta “irregolare” della Tim
La comunicazione dell’offerta “obbligatoria” è stata inoltrata agli utenti, da uno a tre milioni secondo le stime, tramite SMS. A causa delle “mutate condizioni di mercato”, la società avrebbe applicato un incremento, fino a 2 euro per l’appunto, del costo mensile di alcune offerte mobili. Per tali offerte “i Giga sarebbero aumentati da un minimo di 30 Giga/mese fino a Giga illimitati sin dal momento della ricezione di un SMS informativo contenente tutti i dettagli delle variazioni”.
I clienti destinatari dell’iniziativa “avrebbero potuto mantenere invariata la loro offerta inviando un SMS gratuito al 40916 con testo INVAR ON entro il 31 luglio 2022 o avrebbero potuto recedere/cambiare operatore senza penali e costi entro il 30 settembre 2022″.
La questione dei Giga aggiuntivi
Secondo l’Authority, Tim avrebbe potuto offrire i Gigabyte gratis oppure chiedere il consenso per attivarli a pagamento. La disposizione di un aumento tariffario sarebbe inoltre potuta avvenire senza offrire un servizio in cambio, ma in regime di totale trasparenza: sarebbe stato “un lecito cambio contrattuale, verso il quale l’utente avrebbe solo il diritto della disdetta gratuita”.
L’Antitrust ha inoltre sottolineato che non si può più attivare un’offerta di questo tipo tramite il silenzio assenso, ritenuta ora “una pratica commerciale scorretta” che evita di far esprimere l’eventuale consenso al cliente. “Poiché la Società gestisce l’offerta originaria – si legge ancora nella nota dell’Autorità – e i Giga aggiuntivi come due componenti distinte e separabili, la componente aggiuntiva dovrebbe essere proposta all’utente come una nuova offerta. Ed essere erogata solo ove questi, qualora interessato, la accetti espressamente e preventivamente. L’automatismo generato dall’opt-out consente, inoltre, alla società di avvantaggiarsi della mera distrazione o errore di quei clienti che, ad esempio, non abbiano letto il messaggio informativo o abbiano digitato male il testo previsto per rifiutare la variazione”.