L’Unione europea ha annunciato una riforma del modo in cui strutturerà i prossimi bilanci a lungo termine. L’Ue prevede di cominciare a stabilire bilanci pluriennali dal 2028, ma ha comunque stabilito una serie di regole e di obiettivi per cominciare a cambiare il modo in cui l’Unione raccoglie i fondi e li distribuisce agli Stati membri.
Una parte di questo cambiamento è dovuta al fatto che l’Unione europea si ritrova, per la prima volta nella sua storia, a dover ripagare un debito. Si tratta di quello emesso per finanziare il Next Generation Eu, il piano che ha finanziato, tra gli altri, il Pnrr italiano. Si tratta di circa 30 miliardi di euro all’anno, che andranno restituiti ai creditori.
I principi del nuovo bilancio europeo
Meno di 12 ore dopo che il Financial Times ha pubblicato i contenuti di un documento riservato che descriveva le linee guida del nuovo bilancio europeo, l’Ue ha rilasciato un comunicato che ufficializza gli obiettivi finanziari del blocco. Il prossimo bilancio pluriennale, o Mff (Multiannual Financial Framework) sarà operativo dal 2028, ma la strada per riformarlo è già cominciata. L’obiettivo dichiarato è quello di massimizzare il risultato di ogni euro speso.
Il nuovo bilancio quindi includerà:
- un piano specifico per ogni Paese europeo, pensato e attuato in partnership con le istituzioni nazionali, regionali e locali. Una sorta di Pnrr sistematico;
- un Fondo europeo per la competitività, che dia la possibilità alla Commissione di intervenire in settori strategici. Un mezzo per attuare quanto scritto nel piano di Mario Draghi;
- una riforma dei finanziamenti verso l’estero, più mirati al raggiungimento di obiettivi strategici e di una politica estera comune. Un mezzo per aumentare il soft power dell’Ue.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha commentato quanto rivelato: “Il prossimo bilancio a lungo termine darà alla nostra Unione il potere di attuare la visione comune che gli Stati membri hanno del futuro. Tradurrà le priorità della Commissione in azioni tangibili, che faranno la differenza per milioni di cittadini, imprese, regioni e ricercatori. Di conseguenza, invitiamo tutti gli europei a esprimere la propria opinione a riguardo attraverso le piattaforme di partecipazione pubblica. Le nostre sfide e i nostri obiettivi sono comuni: insieme siamo più forti”.
Il costo del Pnrr
Come detto, l’annuncio della riforma è stato anticipato da un articolo del Financial Times. Il quotidiano britannico si è soffermato a lungo su uno dei passaggi introduttivi di quello che poi è diventato il comunicato dell’Ue, in cui si parlava del Next Generation Eu. La riforma del bilancio a lungo termine, recita il documento, dovrà infatti tenere conto del fatto che l’Unione europea deve, per la prima volta nella sua storia, restituire un prestito.
Secondo i calcoli del Financial Times, il peso di questo prestito è di circa 30 miliardi di euro all’anno. Si tratta del 20% del budget comune attuale, che impone quindi un aumento della spesa comune oppure una netta riduzione della capacità dell’Ue di investire sull’economia europea. La strada intrapresa dalla Commissione sembra la prima, ma incontrerà sicuramente la resistenza dei cosiddetti Paesi frugali, come Paesi Bassi e Germania, che vogliono evitare a tutti i costi un aumento del debito pubblico, sia esso nazionale o europeo.