I dati Eurostat lanciano l’allarme sul Sud Italia. Nonostante la recente crescita economica della regione, la popolazione che vive nelle zone meridionali, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia, è quella maggiormente a rischio di povertà in Europa. La situazione è solo marginalmente migliore nelle altre regioni del Sud, mentre al Nord si trovano alcune delle eccellenze europee.
Delle sei regioni dell’Ue continentale che superano il 30% di popolazione a rischio povertà, tre si trovano in Italia. Le zone più svantaggiate del nostro Paese fanno peggio non solo di tutte le regioni dell’Europa continentale, ma anche di buona parte dei territori d’oltremare francesi nei Caraibi e nell’Oceano Indiano.
Sud Italia peggiore d’Europa per povertà
Sicilia, Campania e Calabria sono le peggiori regioni dell’Unione europea continentale per rischio di povertà. Gli ultimi dati Eurostat mostrano che le zone più povere del meridione sono state superate in questa statistica anche dall’Europa balcanica e dell’Est, oltre che da Grecia e Spagna.
In nessuna regione europea si raggiungono i livelli di rischio di povertà di queste tre regioni. In Campania il 36,1% degli abitanti è a rischio, in Sicilia il 38%, in Calabria si supera addirittura il 40%, caso unico in tutta l’Ue continentale. Le altre regioni che superano la soglia del 30% sono l’Andalusia, nel sud della Spagna, e le regioni Sud-Vest Oltenia e Nord-Est in Romania, che presentano comunque dati migliori delle tre peggiori regioni italiane.
Se nel calcolo si includono anche i territori di oltremare francesi, la situazione non migliora. Nemmeno le isole caraibiche di Guadalupa o Martinica, quella di Reunion, mille chilometri a est del Madagascar in pieno Oceano Indiano, o di Mayotte, tra Africa e Madagascar, recentemente colpita da un violento ciclone tropicale che ha causato 20 morti, più di mille feriti e un’emergenza sanitaria, fanno peggio di Sicilia, Campania e Calabria.
Unica eccezione è la Guyana francese, piccolo territorio stretto tra Brasile e Suriname nel nord dell’America Meridionale, dove metà della popolazione è a rischio povertà.
Il rischio di povertà nel resto d’Italia
I dati sul rischio di povertà in Italia non restituiscono il solito “Paese spaccato in due” di cui spesso si parla quando vengono pubblicate indagini di questo tipo. Questa volta sembra emergere anche una distinzione dentro al meridione, con Sicilia, Campania, Calabria e Sardegna (con il 29%) che sembrano essere marcatamente distinte da Lazio, Abruzzo, Puglia e Basilicata, che invece si attestano tutte sotto il 25%.
Toscana, Marche e Umbria si uniscono invece in maniera piuttosto omogenea al resto del Centro-Nord, dove il dato rimane tra il 10 e il 12%. Il dato sul rischio di povertà è simile anche il Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Le due province autonome del Trentino-Alto Adige, Trento e Bolzano, scendono entrambe sotto al 10%, con il Südtirol che risulta la seconda migliore d’Europa al 3,9% dopo Bucarest. Si distingue nettamente anche l’Emilia Romagna, che tra le grandi regioni d’Europa è tra le migliori, al 5,8%.