Spreco alimentare in Italia, ogni cittadino butta 372 euro di cibo all’anno

Nella giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare 2025 i dati dell’Italia sono impietosi, si buttano soprattutto frutta e verdura.

Pubblicato: 4 Febbraio 2025 14:32

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Italiani popolo di santi, poeti, navigatori e spreconi. È questo un possibile aggiornamento del famoso adagio dato dal fatto che, nella giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare del 4 febbraio, i dati italiani sul tema non sono certo lusinghieri. Così come sostenuto dal Centro studi Divulga, infatti, ogni italiano spreca ogni anno 372 euro di cibo che, dalla tavola o dal frigorifero, passa direttamente nella pattumiera. Il dato economico colpisce sicuramente di più se lo si guarda nel suo complesso, ben 22 miliardi di sprechi alimentari in Italia all’anno, con il confronto europeo che non rende felice il nostro Paese soprattutto in termini di volume.

Spreco alimentare italiano, le caratteristiche

Lo spreco alimentare italiano, per il suddetto studio, rappresenta una cattiva pratica che viene perpetrata soprattutto tra le mura domestiche. Le famiglie italiane, infatti, incidono per ben tre quarti del valore complessivo, il 75%, mentre la restante quota è rappresentata da:

Quanto ai prodotti alimentari che maggiormente vengono sprecati, il Centro studi Divulga fornisce una vera e proprio classifica. In vetta troviamo la verdura, al 33%, che insieme alla frutta, al 20%, rappresenta circa la metà degli sprechi alimentari italiani complessivi. E ancora:

Il confronto con gli altri Paesi europei

Appresi dei dati italiani, è utile riportare il confronto del nostro Paese con gli altri Stati europei. A livello complessivo nel Vecchio Continente lo spreco alimentare ammonta a 145 miliardi di euro all’anno, con la maglia nera che spetta di diritto a Cipro, con 788 euro di sprechi pro capite all’anno, seguito dalla Danimarca con 680 euro e dalla Grecia con 517 euro. A spiccare per dati ridotti di spreco, invece, troviamo la Slovenia, 190 euro pro capite all’anno, la Croazia, 193 euro, e l’Ungheria, 255 euro.

Se si guarda al problema in termini di volumi, l’Italia torna sul podio dei non meritevoli, essendo il terzo Paese in Europa per quantità di cibo sprecato. Ben 8,2 milioni di tonnellate, peggio solo di Francia con 9,5 milioni di tonnellate e Germania con 10,8 milioni. Da soli questi tre Paesi rappresentano il 47% degli sprechi continentali totali.

Gli altri dati poco lusinghieri per l’Italia

In occasione della giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, sono molti gli studi sul tema che sono stati elaborati. L’ultimo, in ordine di tempo, è il rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher International elaborato da Ipsos e dall’Università di Bologna dal titolo Il caso Italia 2025.

In questo caso viene presa in considerazione l’intera filiera alimentare, con lo spreco che genera un volume di 4,5 tonnellate di prodotti e un controvalore di 14,1 miliardi di euro. La quota pro capite è di 139,7 euro, con lo stesso dato che solo un anno fa era a 126 euro.

Anche questo studio testimonia come la stragrande maggioranza dello spreco italiano derivi dalle mura domestiche, costo 8,2 miliardi sul totale, e che la frutta fresca e la verdura presentino percentuali altissime, rispettivamente 24,3 e 17,4 grammi settimanali. Si butta anche tantissimo pane, 21,2 grammi a settimana, così come insalata (19,4 grammi), cipolle, aglio e tuberi (17,4 grammi).

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