Lo spread, la differenza di rendimento tra i titoli di Stato italiani (i Btp) e quelli tedeschi (i Bund), è calato sotto i 130 punti, confermandosi su alcuni dei valori più bassi degli ultimi due anni. Un risultato positivo per il Governo, che sta lentamente convincendo i mercati della possibilità di un comportamento più responsabile dello Stato italiano sui propri conti.
Il minor peso degli interessi sul debito potrebbe consentire al Governo di rendere meno pesante la probabile manovra correttiva che l’Italia dovrà attuare e che è stata valutata attorno agli 8 miliardi di euro. I risparmiatori che hanno investito nei titoli di Stato italiani invece vedranno calare i loro rendimenti.
Spread sotto i 130 punti: l’andamento degli ultimi anni
Lo spread è uno dei principali indicatori di salute dei conti pubblici per molti Paesi europei. Calcola la differenza di rendimento tra i titoli di Stato decennali del Paese in questione e quelli tedeschi, considerati dai mercati i più sicuri in assoluto. Il valore è espresso in punti base, che equivalgono grosso modo a centesimi di punto percentuale di interessi. Il 3 maggio i Buoni del tesoro pluriennali italiani hanno raggiunto i 129,6 punti in apertura, consolidando la recente discesa degli interessi sul debito italiano.
Il Governo di Giorgia Meloni ha dovuto affrontare uno spread alto fin dal suo insediamento. Durante il periodo di governo del suo predecessore, Mario Draghi, il dato si era mantenuto molto basso, scendendo anche sotto i 100 punti base. La caduta dell’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce e l’arrivo della nuova coalizione di centrodestra avevano agitato i mercati e lo spread aveva toccato i 250 punti nei primi giorni dopo le elezioni.
Per tutto il 2023, il differenziale tra Btp e Bund si era poi assestato tra i 180 e i 160 punti, tranne rari picchi, per poi iniziare una costante discesa nel 2024. Per il Governo è molto importante mantenere bassi gli interessi sul debito, dato che questo riduce la spesa pubblica e libera risorse di cui, al momento, lo Stato non dispone.
Le conseguenze dello spread basso per Governo e risparmiatori
In questo senso l’abbassarsi dello spread è una buona notizia per l’esecutivo, che dopo le elezioni europee dovrà affrontare con ogni probabilità una manovra correttiva. La firma del nuovo Patto di Stabilità, l’insieme di regole di bilancio dei Paesi europei, nel quale il Governo Meloni ha ottenuto alcune concessioni per l’Italia, impone di rientrare in alcuni parametri per quanto riguarda i conti pubblici. Si prevede che i tagli che lo Stato italiano dovrà fare si aggireranno attorno agli 8 miliardi di euro. Fondi che il Governo dovrà trovare insieme ai 20 miliardi per rinnovare le misure una tantum contenute nella finanziaria del 2024.
Dall’altra parte però lo spread basso si riflette anche sui risparmiatori. In media ogni cittadino ha prestato 27mila euro allo Stato tramite i titoli posseduti dai privati. Il calo degli interessi, dovuto alla percezione di maggiore sicurezza dei mercati nei confronti del debito pubblico italiano, fa scendere gli interessi su questi prestiti. Il rendimento del Btp è ormai stabilmente sotto il 4%, più precisamente al 3,82% in apertura del 3 maggio.