Non è solo il caldo anomalo a creare problemi in Italia, nel Nord soprattutto, ma anche e soprattutto la siccità. Tanto che oltre un centinaio di Comuni della zona del Po rischia seriamente, nelle prossime settimane, il razionamento dell’acqua. La richiesta arriva da Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende che distribuiscono l’acqua potabile, per evitare l’aggravarsi della penuria e le ripercussioni sugli allevamenti e l’agricoltura. Per alcuni comuni si chiede la sospensione dell’acqua nelle ore notturne.
L’emergenza
La neve sulle Alpi è esaurita, i laghi sono ai minimi storici e la temperatura è più alta di 2 gradi rispetto alle medie stagionali, dopo una primavera in cui ha piovuto pochissimo. In alcune aree l’irrigazione è stata sospesa o regolata, come nel Rodigino e nel Ferrarese, dove sono già state attivate le pompe d’acqua mobili d’emergenza. Le prossime settimane saranno fondamentali per capire come procederà l’emergenza siccità, mentre 125 comuni rischiano davvero la sospensione dell’acqua durante la notte. Si tratta di un centinaio di comuni piemontesi e almeno 25 della provincia di Bergamo, dove i comuni saranno invitati a firmare ordinanze per un utilizzo parsimonioso dell’acqua.
“In alcuni territori italiani non piove da 110 giorni, e la situazione di siccità è in peggioramento” dichiara all’ANSA Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità distrettuale del fiume Po. In decine di Comuni di Piemonte e Lombardia “sono già in azione le autobotti per l’approvvigionamento di acqua perché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più”. Per 125 comuni, 100 in Piemonte e 25 in provincia di Bergamo, sono state richieste le misure di emergenza.
L’Osservatorio sulla siccità, che già aveva lanciato l’ allarme nei giorni scorsi, tornerà a riunirsi martedì 21 giugno, ma quella che sta colpendo il Po è la peggiore siccità degli ultimi 70 anni. La desertificazione sta mangiando tratti sempre più lunghi e profondi del fiume e questo ha conseguenze gravissime sulle coltivazioni, sulla biodiversità e sul settore idroelettrico, anche nell’immediato.
Cosa dice l’Arpa
“Il razionamento acqua dovrà essere preso in considerazione. Non compete a noi, ma lo diciamo: facciamo attenzione. Devono farlo le istituzioni, ma anche tutti i cittadini”. Così Angelo Robotto, direttore generale Arpa, sul tema della crisi idrica, a margine della presentazione dei dati 2021 sullo stato dell’ambiente in Piemonte. “Ci approssimiamo ad una stagione di plausibile crisi idrica, però stiamo mettendo in atto tutte le azioni possibili. Intanto diamo indicazioni a tutti i cittadini: non sprechiamo acqua – continua Robotto ai microfoni dell’Ansa – Poi ci sono le linee guida della Regione Piemonte, già emanate a dicembre. Come Arpa abbiamo intensificato l’emissione di bollettini, abbiamo fornito i dati in tempo reale. I sindaci, seguendo le linee guida e partecipando ai lavori dell’osservatorio del bacino padano, hanno puntualmente tutte le indicazioni per poter sopportare un periodo che potrebbe risultare complesso”.
In Piemonte tra inverno e primavera si è registrato un periodo record senza piogge di 111 giorni senza piogge significative, il secondo più lungo negli ultimi 65 anni. “Ricordiamoci – sottolinea Robotto – che abbiamo la riserva nivale pari a quella di fine luglio. Non abbiamo riserve, a causa del secondo maggio più caldo degli ultimi 65 anni le nevi si sono sciolte, dovremmo tenere alta l’attenzione”.
Allarme anche in Toscana
Anche nella campagna toscana è sempre più concreto il rischio di una riduzione importante delle rese delle produzione in campi come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche di olivi, ortaggi e della frutta che si stacca prematuramente dalle piante per effetto dello stress idrico. Lo rende noto Coldiretti Toscana. Secondo l’associazione, un corso d’acqua su due fa registrare portate inferiori alla media del periodo, in base ai dati del Servizio idrogeologico della Regione Toscana e dell’Anbi.