La Commissione europea punta a dimezzare i fondi per la promozione dei prodotti agricoli. Nel nostro Paese la decisione ha suscitato l’allarme delle associazioni di categoria e dei produttori che temono un freno alla crescita dell’export del Made in Italy a tavola, salito nel 2023 alla cifra record di oltre 64 miliardi di euro. Gli operatori temono che sfumi il lavoro fatto negli ultimi anni per spingere l’internazionalizzazione del cibo, dell’olio e dei vini italiani.
Promozione prodotti agroalimentari dimezzata
La proposta della Commissione europea è quella di ridurre del 51% il budget. Si passerebbe così da 185,9 milioni di euro a 92 milioni. Le risorse, inoltre, verrebbero assegnate solo ai programmi semplici, mentre i programmi multipli sparirebbero dall’agenda.
L’Italia è stata fra le realtà che hanno attinto maggiormente alle risorse disponibili per la politica di promozione: nel 2023 circa il 40% delle risorse nell’ambito dei programmi semplici è stato assorbito dal nostro Paese e circa il 38% nei programmi multipli, per un totale di circa 54 milioni di euro. E anche nel 2024 l’Italia si è confermata il Paese con il maggior numero di programmi di promozione presentati: 40 semplici e 8 multipli.
Ma il freno alla promozione dei prodotti agricoli non avrà ripercussioni solo a livello nazionale: le ricadute interesseranno direttamente anche le varie regioni. Una delle più penalizzate potrebbe essere il Veneto, che con il suoi 4 miliardi di euro di fatturato si conferma leader nazionale nella Dop Economy.
Coldiretti, Filiera Italia, Legacoop Agroalimentare e Cia-Agricoltori Italiani hanno scritto una lettera aperta al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida dopo la presentazione della proposta Ue.
L’export agroalimentare italiano
Nel 2023 le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari hanno registrato una crescita del +5,7% rispetto all’anno precedente, superando quota 64 miliardi di euro: 55,3 miliardi per quanto riguarda i prodotti trasformati e 8,8 miliardi per i prodotti agricoli.
La crescita dell’agroalimentare Made in Italy sui mercati esteri è stata trainata da conserve vegetali (+13%), formaggi (+12%), ortofrutta (+9%) e carni preparate (+8%). La pasta, nel 2023, ha visto un export sotto la media (+4%), mentre è andato in calo quello di vino (-1%).
Paesi che importano di più dall’Italia
Il podio dei Paesi che importano i prodotti agroalimentari dall’Italia vede al primo posto la Germania, seguita da Francia e Stati Uniti.
La Germania è il primo importatore con un giro d’affari di 10 miliardi di euro nel 2023, +8% rispetto al 2022. I tedeschi apprezzano soprattutto vino, pasta, formaggi stagionati, prodotti della panetteria, pasticceria e caffè torrefatto.
La medaglia d’argento spetta alla Francia, che lo scorso anno ha importato circa 7,3 miliardi di euro (+10,2% rispetto al 2022) di prodotti agroalimentari Made in Italy. I francesi apprezzano in particolare formaggi freschi e stagionati, prodotti della panetteria, pasticceria, pasta, cioccolata e caffè torrefatto.
Gli Usa sono al terzo posto, con il +0,9% di importazioni rispetto al 2022 pari a 6,7 miliardi di euro. Gli americani ci chiedono soprattutto vino (che riguarda il 26% delle esportazioni, ma anche olio extravergine d’oliva e pasta.