Il prezzo dei contratti future sul gas metano al mercato di Amsterdam, il più importante d’Europa, ha superato nuovamente i 45 euro della giornata del 23 dicembre. Si avvicina la scadenza per trovare un accordo che permetta al gas russo di arrivare in Europa centrale attraverso l’Ucraina, ma le prospettive sembrano molto negative.
La volatilità dei prezzi della materia prima sta facendo temere per un aumento delle bollette sia sul mercato libero che per i clienti fragili rimasti in quello tutelato. I prezzi dei picchi del 2022 sono ancora molto lontani, ma l’inverno particolarmente rigido sta creando preoccupazioni per le scorte italiane e soprattutto europee.
Si impenna il prezzo del gas
Nella giornata del 23 dicembre il prezzo del gas è tornato a crescere arrivando a uno dei risultati più alti del mese di dicembre: 45,27 euro al MWh per i contratti future, quelli che prevedono il costo di una materia prima a settimane di distanza. In questo caso sul mercato Ttf di Amsterdam, il più importante in Europa per lo scambio del gas metano, si trattava di contratti per la vendita nel mese di gennaio.
La ragione di questo aumento di prezzo è la fine dell’accordo tra Ucraina e Russia per le forniture di gas ai Paesi dell’Europa dell’Est che ancora lo comprano da Mosca attraverso il gasdotto che passa proprio per il Paese invaso da Putin. Kiev ha annunciato che avrebbe interrotto completamente il flusso di metano per impedire alla Russia di finanziare l’invasione dell’Ucraina vendendo gas a Ungheria, Austria e Repubblica Ceca.
Proprio il presidente slovacco Robert Fico si è recato a Mosca per incontrare Vladimir Putin e sbloccare la situazione. Il presidente russo ha detto che è disposto a riprendere le forniture, ma l’accordo con l’Ucraina non sembra poter essere raggiunto. Il termine ultimo è il 31 dicembre, per questa ragione il prezzo del metano previsto per gennaio ha già cominciato a salire.
Le conseguenze sulle bollette
I problemi sui mercati internazionali stanno avendo conseguenze anche sulle bollette degli italiani. L’associazione degli utility manager Assium ha misurato l’aumento del prezzo medio per i contratti variabili, stando alle offerte ufficiali che le aziende devono pubblicare sul sito di Arera. Per quanto riguarda il prezzo fisso, la crescita è stata del 2,5%, segnale che si prevede un mercato in crescita e che bloccare il costo della bolletta a oggi sia considerato dalle società sempre più rischioso per i guadagni futuri.
I contratti a prezzo variabile, al contrario, hanno limitato il loro aumento allo 0,5%, con una bolletta media che si aggira attorno ai 1.700 euro all’anno, 30 in meno di quelli pagati da chi ha scelto un prezzo fisso. Il variabile, però, si espone a future fluttuazioni che potrebbero diventare significative entro la fine dell’inverno.
Quello del 2024 è infatti stato il primo autunno rigido da quando è cominciata la guerra in Ucraina. Questo ha messo sotto stress le riserve di gas di molti Paesi europei. L’Italia è messa relativamente meglio rispetto alla media europea, grazie sia al clima, sia ad alcuni degli stoccaggi più capienti dell’Ue. Una crisi entro la fine dell’inverno comporterebbe però comunque un aumento del prezzo sui mercati internazionali e quindi una ripercussione in bolletta.