Quanto costa il caffè al bar in Italia: i prezzi nelle città

Pubblicato: 28 Agosto 2024 14:23

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Cosa succederebbe se agli italiani togliessero una delle abitudini più antiche e care? Il caffè, primo gesto mattutino e poi ripetuto per milioni di persone, potrebbe aumentare ancora. E questo significherebbe, per molti, dover rinunciare almeno a una tazzina al bar. Da Nord a Sud, il prezzo del caffè al banco sta raggiungendo livelli mai visti. In Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all’anno, generando un giro d’affari di circa 7 miliardi di euro solo per la classica tazzina di espresso. Proviamo a capire perché si rischia di arrivare a pagare il caffè 2 euro e quali sono le città più e meno care.

In queste settimane è giunto forte il nuovo allarme dei venditori di caffè. Probabile in autunno un ulteriore forte aumento della tazzina del caffè al bar. La causa? L’aumento del costo delle miscele causato dagli incrementi dei prezzi all’origine. La crisi climatica che ha devastato i raccolti nei Paesi produttori, Vietnam in particolare, ma anche le tensioni geopolitiche che stanno cambiando le tradizionali rotte delle forniture, così come l’esplosione dei noli marittimi, hanno innescato una spirale di aumenti difficile da fermare.

Forti i rialzi dei prezzi all’origine alle Borse merci di Londra e New York, con l’Arabica che ha avuto in un anno incrementi superiori al 60% e la Robusta di oltre il 90%, spiega FIPE-Confcommercio. Il 25% del costo dell’espresso dipende proprio dal valore di queste due miscele, il restante 75% sono i fornitori, il personale e i consumi. “In queste condizioni gli aumenti diventano inevitabili, nonostante le attenzioni, la responsabilità e l’interesse dei pubblici esercizi di proteggere i consumi della tazzina di caffè, simbolo anche della identità e dei valori della socialità italiana” commenta Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio.

FIPE rileva che, a fronte di un tasso di inflazione del +16% tra luglio 2021 e luglio 2024, i prezzi nei bar sono cresciuti del 13%. Sulla tazzina di espresso gli aumenti sono più bassi dell’inflazione, e, chiarisce, in Italia il caffè continua a costare meno rispetto ad altri Paesi europei. C’è da dire poi che negli ultimi 10 anni il numero di attività commerciali che svolgono solo attività di bar è diminuito di oltre 22mila unità.

Sui numeri però si è scatenata una guerra mediatica. Da un lato alcuni giornali, anche locali, hanno riportato cifre considerevoli riguardo agli aumenti del prezzo del caffè al bar, dall’altro i commercianti si difendono sostenendo che il grosso dei rincari lo stanno assorbendo loro.

FIPE ad esempio sostiene che gli aumenti a livello di singole città sono “considerevolmente più contenuti” rispetto ad alcune stime comunicate alla stampa. Il punto è che, se oggi mediamente un caffè al banco sfiora la cifra di 1,20 euro (nelle grandi città del Nord si arriva tranquillamente a 1,30 o persino 1,50…), il rischio che per bere un caffè al bar dovremo tirare fuori 2 euro è tutt’altro che remoto. La conferma arriva da diverse associazioni dei consumatori, tra cui Assoutenti.

Le quotazioni del caffè Robusta sfiorano in questi giorni i 4.600 dollari la tonnellata, in aumento del 79% rispetto allo stesso periodo del 2023, evidenzia Assoutenti. Il caffè Robusta è quotato il 68% in più, da 147 centesimi per libbra del 21 agosto 2023 agli attuali 247 centesimi.

In base all’ ultimo monitoraggio, il prezzo medio di una tazzina consumata al bar è aumentato del 15% rispetto al 2021, dunque in soli 3 anni. “In alcune città i listini raggiungono già 1,50 euro a espresso, e i nuovi rialzi delle quotazioni rischiano di determinare un’ondata di aumenti della tazzina già a partire dalle prossime settimane, considerato che produttori ed esercizi pubblici non potranno assorbire i maggiori costi a loro carico”.

“ spiega il presidente Gabriele Melluso – Qualsiasi incremento dei listini si ripercuoterebbe sulle tasche dei consumatori e aggraverebbe la spesa di quello che è a tutti gli effetti un rito quotidiano per milioni di cittadini. Senza contare che in alcune città come a Napoli si potrebbe perdere la buona usanza del “caffè sospeso” che come noto ha da sempre un enorme valore sociale e solidale” – conclude Melluso.

Tra le principali città, Bolzano è quella che detiene il primato del caro-caffè al bar, con un prezzo medio di 1,38 euro a tazzina, seguita da Trento (1,31 euro) mentre Catanzaro, con una media di 0,99 euro, risulta la città più economica, superando così anche Napoli (1,05 euro) – analizza Assoutenti – Se però si confrontano i listini odierni con quelli in vigore nel 2021, si scopre che la provincia che ha subito i rincari maggiori è Pescara, con il prezzo medio che sale da 1 euro a 1,28 euro e un aumento del +28%, seguita da Bari col +24,4%.

“Temiamo che i rialzi delle quotazioni del caffè possano portare nelle prossime settimane a incrementi dei prezzi sia per le consumazioni al bar (caffè, cappuccino, ecc.) sia per il caffè in polvere venduto nei supermercati – afferma il presidente Gabriele Melluso – Anche pochi centesimi di aumento determinerebbero una stangata sulle tasche dei consumatori, considerato che in Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all’anno per un giro d’affari dell’espresso pari a circa 7 miliardi di euro annui”

Particolare il caso di Torino, patria del caffè. Le tante torrefazioni del capoluogo piemontese – ci sono Lavazza, Vergnano, Costadoro ma anche tante piccole realtà – stanno inviando proprio in questi giorni ai bar della città gli adeguamenti di prezzi, fino al 10-15%. “L’espresso al banco non arriverà a 2 euro come sostiene qualcuno” assicura Giulio Trombetta, ad di Costadoro, intervistato da Corriere Torino, “ma 1,50 euro a tazzina sarebbe auspicabile se non necessario, almeno in centro città. La filiera è sotto tensione”, avverte.

Alcuni casi di cronaca sono già storia. Ad esempio a Casamassima, Puglia, a giugno lo scontrino pazzo è arrivato a battere addirittura 6 euro per un espresso. In Costiera Amalfitana si segnalano casi simili. Sul lago d’Iseo c’è un bar in cui costa 5 euro, in piedi. Assurdo anche il caso di questa estate di un bar a Sora, Frosinone, dove, per macchiare due caffè, il gestore ha chiesto ai poveri clienti 40 centesimi di sovrapprezzo.

C’è però, fortunatamente, anche qualche caso in controtendenza. Ad esempio a Bergamo, ai piedi di Città Alta, i nuovi gestori del bar della funicolare hanno deciso di tenere il caffè a 1 euro tondo tondo. A Rimini, in zona Celle c’è un altro bar in cui campeggia la scritta “Espresso 1 euro”. Idem in piazza Duomo a Como. Persino a Milano, tra le centralissime Brera e Moscova, si nasconde un angolo in cui è possibile bere il caffè a questo prezzo. A Torino, nell’elegante e centralissima piazza Bodoni, c’è un paradiso da appena 80 centesimi, proprio come 15 anni fa. A Bologna in piazza Maggiore c’è addirittura ancora un locale storico dove la tazzina al banco costa appena 95 centesimi. Incredibile addirittura il caso di un bar di Polignano a Mare, dove l’espresso è messo a 75 centesimi e il cappuccino a 1 euro.

Le città italiane dove il caffè è più caro: la classifica e i prezzi medi

La media nazionale del prezzo del caffè al bar in Italia è ad oggi di 1,18 euro. Ecco le città più e meno care:

  1. Bolzano 1,38 euro
  2. Trento 1,31 euro
  3. Trieste 1,28 euro
  4. Pescara 1,28 euro
  5. Bologna 1,26 euro
  6. Torino 1,25 euro
  7. Venezia 1,22 euro
  8. Palermo 1,19 euro
  9. Firenze 1,18 euro
  10. Milano 1,17 euro
  11. Perugia 1,17 euro
  12. Genova 1,14 euro
  13. Ancona 1,14 euro
  14. Cagliari 1,13 euro
  15. Aosta 1,08 euro
  16. Bari 1,07 euro
  17. Roma 1,06 euro
  18. Napoli 1,05 euro
  19. Catanzaro 0,99 euro.

Le città dove il caffè al bar è aumentato di più negli ultimi 3 anni

  1. Pescara +28% (costava 1 euro nel 2021)
  2. Bari +24,4% (costava 0,86 euro nel 2021)
  3. Catanzaro +23,8% (costava 0,80 euro nel 2021)
  4. Palermo +21,4% (costava 0,98 nel 2021)
  5. Bolzano +16,9% (costava 1,18 nel 2021)
  6. Torino +16,8% (costava 1,07 nel 2021)
  7. Napoli +16,7% (costava 0,90 nel 2021)
  8. Trento +15,9% (costava 1,13 nel 2021)
  9. Perugia +14,7% (costava 1,02 nel 2021)
  10. Roma +14% (costava 0,93 nel 2021)
  11. Milano +13,6% (costava 1,03 nel 2021)
  12. Venezia +13% (costava 1,08 nel 2021)
  13. Trieste +12,3% (costava 1,14 nel 2021)
  14. Genova +11,8% (costava 1,02 nel 2021)
  15. Bologna +11,5% (costava 1,13 nel 2021)
  16. Ancona +9,6% (costava 1,04 nel 2021)
  17. Firenze 8,3% (costava 1,09 nel 2021)
  18. Cagliari +6,6% (costava 1,06 nel 2021)
  19. Aosta +2,9% (costava 1,05 nel 2021).

Quanto costa il caffè nelle città europee: le capitali più care

Per quanto riguarda invece l’Europa, i prezzi sono mediamente parecchio più alti. Secondo l’elaborazione di Travelbook (riferita al 2022) su 42 capitali europee, una tazzina è ormai un lusso. In media il prezzo è attorno ai 2,49 euro, ma non sono poche le città in cui si arriva a pagare persino 4 euro: succede a Copenaghen, Parigi, Oslo o Bruxelles.

Ma vediamo la classifica delle capitali europee dove il caffè costa di più:

1. Copenaghen, Danimarca 4 euro
2. Berna, Svizzera 3,96 euro
3. Helsinki, Finlandia 3,59 euro
4. Reykjavik, Islanda 3,16 euro
5. Parigi, Francia 2,87 euro
6. Monaco, Principato di Monaco 2,85 euro
7. Vienna, Austria 2,75 euro
8. Londra, Regno Unito 2,70 euro
9. Stoccolma, Svezia 2,68 euro
10. Lussemburgo, Lussemburgo 2,66 euro
11. Atene, Grecia 2,61 euro
12. Oslo, Norvegia 2,57 euro
13. Amsterdam, Paesi Bassi 2,56 euro
14. Bruxelles, Belgio 2,49 euro.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963