Nel 2019 Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer si sono aggiudicati il Premio Nobel per l’Economia per il loro approccio innovativo nella lotta alla povertà. I tre non si sono limitati a studiare la povertà globale dalla comodità delle loro cattedre. Hanno portato l’economia là dove pulsa la vita vera, nelle aree più dimenticate, per spezzare l’enorme problema della povertà in frammenti più piccoli, osservabili e risolvibili. Hanno fatto esperimenti sul campo, misurato cosa funziona davvero per offrire soluzioni tangibili. In poche parole, hanno dato ai numeri un volto umano.
Le loro ricerche miravano a trasformare la vita delle persone più vulnerabili, soprattutto in aree come l’India e l’Africa. Volevano capire come investire in modo efficace per far davvero la differenza.
Strategie sul campo: l’efficacia degli interventi misurata con precisione
Negli anni ’90, Michael Kremer ha fatto una scelta audace: ha lasciato i ricchi laboratori degli Stati Uniti per immergersi nella realtà delle scuole rurali del Kenya occidentale. Qui ha coinvolto scuole locali in esperimenti controllati, cercando di rispondere a una domanda che, sulla carta, sembrava semplice: se diamo più libri o pasti gratis ai bambini, migliorerà il loro rendimento scolastico? I risultati sono stati sorprendenti: più libri o cibo non bastano. A fare davvero la differenza è stata la preparazione degli insegnanti. Il successo scolastico non dipende solo dalle risorse, ma da chi sa come utilizzarle al meglio. Una sorta di “economia del futuro“, come profetizzata dai loro predecessori che hanno vinto il Nobel nel 2018.
Duflo e Banerjee, compagni nella vita e sul lavoro, hanno fatto tesoro dell’esperienza di Kremer e l’hanno applicata in India. Nelle caotiche città di Mumbai e Vadodara, hanno introdotto un programma sperimentale che metteva al centro i bambini più in difficoltà, con figure di supporto che affiancavano gli insegnanti. Il risultato che si è osservato è stato un miglioramento nell’apprendimento. Hanno dimostrato che prendersi cura dei più fragili genera benefici per l’intera classe.
Hanno preso in prestito metodi utilizzati nella ricerca medica per misurare in modo scientifico l’efficacia degli interventi economici. Ad esempio, hanno testato l’efficacia di diverse soluzioni, come la distribuzione di vaccini, il miglioramento dell’accesso all’istruzione o l’assegnazione di sussidi. I dati raccolti hanno fornito prove tangibili su quali politiche economiche e sociali producono risultati duraturi e quali invece si rivelano meno efficaci, consentendo ai governi e alle organizzazioni di prendere decisioni basate su evidenze, piuttosto che su teorie astratte.
In India, studi sul campo hanno mostrato che offrire un piccolo incentivo, come un sacchetto di lenticchie, ai genitori che vaccinano i loro figli, fa triplicare il tasso di vaccinazione.
Esther Duflo: una pioniera tra gli economisti
Esther Duflo è diventata un nome di spicco nel panorama internazionale, non solo per le sue ricerche, ma anche per il suo ruolo come voce della “nuova sinistra”. In Francia, è una figura già nota, autrice di bestseller e adesso seconda donna nella storia a ricevere il Nobel per l’Economia. Prima di lei, solo Elinor Ostrom aveva conquistato questo traguardo.
Il premio Nobel per l’Economia nel 2024: totonomi
In attesa di lunedì prossimo 14 ottobre, quando verrà assegnato il Premio Nobel per l’Economia, si moltiplicano le ipotesi sui possibili vincitori. Tra i nomi più discussi ci sono Vitalik Buterin, co-fondatore di Ethereum, e Michael Jensen, noto per i suoi studi sulla governance aziendale. Buterin è una scelta inusuale ma interessante, grazie al suo contributo nell’economia monetaria attraverso le criptovalute e il meccanismo di consenso di Ethereum. Jensen, invece, è celebre per concetti come l’“alpha di Jensen” e per i suoi studi sui rapporti tra dirigenti e investitori, con un grande impatto sul settore della finanza.
Altri nomi potenziali includono David Kreps, per i suoi contributi alla teoria dei giochi, e Susan Athey, pioniera nell’applicazione del machine learning all’economia.