Decreto sblocca-Pnrr, c’è la bozza: più poteri alle amministrazioni e nuove norme per la sicurezza sul lavoro

Sono 48 gli articoli nel testo, che includono la clausola taglia-fondi e poteri sostitutivi per le amministrazioni che ritardano gli investimenti del Pnrr

Pubblicato: 26 Febbraio 2024 11:33Aggiornato: 27 febbraio 2024 09:59

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il nuovo decreto sblocca-Pnrr, dopo numerosi rinvii, potrebbe essere approvato già oggi durante il Consiglio dei Ministri. Con 48 articoli al suo interno, l’intento principale è accelerare l’attuazione dei cantieri al fine di evitare possibili ritardi significativi nei prossimi mesi, che potrebbero compromettere l’intero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Inoltre, si mira a “rimborsare” i Comuni per i progetti espunti dal Pnrr rimodulato, che ammontano a oltre 10 miliardi di euro, oltre a promuovere la velocizzazione dei procedimenti giudiziari, contrastare le frodi e avviare il piano Transizione 5.0. Il decreto include anche disposizioni volte a migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro e introduce un bonus per i lavoratori che si occupano dell’assistenza agli anziani, a partire dal primo aprile 2024.

Il nodo delle risorse

Secondo fonti del governo, sembrerebbero attenuarsi le tensioni tra i ministri per gli Affari Europei e dell’Economia, Raffaele Fitto e Giancarlo Giorgetti, riguardo ai presunti 19 miliardi di copertura mancante.

Dal punto di vista finanziario, sono necessari 9,4 miliardi di euro per supportare le nuove misure inserite nel Pnrr con la rimodulazione concordata con Bruxelles alla fine di ottobre. Per quanto riguarda i progetti esclusi dal Piano, e che devono essere finanziati con risorse alternative come promesso ripetutamente dal Governo, sono stati raccolti 3,5 miliardi di euro. Questi fondi saranno affiancati dalle vecchie fonti di finanziamento nazionali, che vengono riattivate per i progetti preesistenti al Piano e inseriti solo successivamente, con l’intenzione di coprirli in modo più economico con il Next Generation EU.

Dal fondo di coesione residuo, il provvedimento otterrebbe 4,9 miliardi distribuiti su quattro anni, mentre dal Piano Nazionale Complementare raccoglierebbe 3,8 miliardi per il triennio 2024-2026.

Entro il 31 marzo, il Ministero dell’Economia e degli Affari Europei presenterà la prima relazione semestrale, includendo l’indicazione di altre fonti di finanziamento. Tuttavia, il Ministero dell’Economia potrebbe essere contrario all’uso dei fondi europei di coesione, destinati principalmente al Sud, per interventi come i crediti d’imposta del programma Transizione 5.0, che potrebbero prevalentemente beneficiare il Nord. Tra le altre possibili fonti di finanziamento, si prevede un maggiore recupero dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.

Clausola taglia-fondi in caso di ritardi

In materia di governance, entra in vigore una clausola di riduzione dei fondi in caso di ritardi, e il governo avrà il potere di sostituire le unità di missione che si dimostrano troppo lente nell’attuazione dei progetti. Si stabilisce un principio di responsabilità: in caso la Commissione Europea richieda il rimborso dei finanziamenti, sarà compito dei soggetti responsabili effettuare il pagamento. Per rafforzare il controllo, viene potenziata la struttura di missione Pnrr presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sarà autorizzata a condurre ispezioni.

Per contrastare le attività illecite, vengono ampliati i poteri del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea, estendendo la sua competenza anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Nuovi commissari straordinari in arrivo

La nuova bozza conferma diverse modifiche, tra cui l’aumento degli anticipi dal 10% al 30% e una maggiore flessibilità riguardo al vincolo del 30% sulle assunzioni di donne e giovani. Inoltre, è prevista la nomina di un commissario straordinario presso il Ministero dell’Università, affiancato da una struttura composta da cinque persone, con l’obiettivo di garantire la realizzazione dei 60.000 nuovi alloggi per studenti previsti dal Piano di Ripresa italiano. Un secondo commissario, questa volta presso il Ministero dell’Interno e con una squadra di dodici unità, sarà incaricato di raggiungere gli obiettivi relativi al recupero e alla valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Infine, un terzo commissario, presso il Ministero dell’Agricoltura e con altrettante 12 persone, sarà responsabile di assicurare il raggiungimento degli obiettivi per contrastare gli insediamenti abusivi e combattere il caporalato.

Per quanto riguarda il settore scolastico, sono state adottate misure per fornire alle istituzioni Tecnico Superiori (ITS Academy) nuove strutture e per potenziare la formazione digitale del corpo docente.

Cantieri e giustizia

Nel capitolo riguardante i cantieri e gli enti locali, sono state introdotte ulteriori misure per semplificare l’affidamento dei contratti pubblici e per accelerare i procedimenti amministrativi. Inoltre, si è deciso di potenziare le capacità amministrative delle amministrazioni locali.

Per evitare la perdita di personale nel settore della giustizia e garantire la continuità dei processi legali, il governo ha adottato diverse misure: i vincitori di concorsi presso il Ministero della Giustizia che hanno ottenuto posizioni in altre amministrazioni possono rimandare il trasferimento fino al 30 giugno 2026; inoltre, i precari attuali nel settore saranno stabilizzati a partire dal 1 luglio 2026 dopo aver lavorato per ventiquattro mesi in modo continuativo.

È stato dato il via libera all’assunzione di nuovi funzionari e dirigenti, e le regole per la stabilizzazione si applicheranno anche a gran parte degli addetti all’Ufficio per il Processo reclutati tramite il Pnrr. Gli incentivi previsti nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza saranno legati alla riduzione dei procedimenti civili pendenti per ciascun anno di attuazione del Pnrr.

Rafforzata la Struttura di missione: potrà effettuare ispezioni

Oltre al potenziamento del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea, con l’ingresso di 12 nuovi membri tra cui i coordinatori delle Strutture di missione Pnrr e Zes, il decreto stabilisce, come già anticipato sul Sole 24 Ore nelle settimane precedenti, che i componenti dell’attuale Unità di missione del Dipartimento per le politiche di coesione e il Sud confluiranno nella task force Pnrr di Palazzo Chigi. Questa nuova struttura sarà composta da tre dirigenti e 15 funzionari.

La Struttura di missione avrà un costo stimato di 7,62 milioni per il 2024 e 7,93 milioni per il periodo 2025-2026, con spese di funzionamento aggiuntive di 693.879 euro per il 2023, 1,89 milioni per il 2024 e 2,1 milioni per il 2025 e il 2026. Questa Struttura sarà autorizzata ad effettuare ispezioni e controlli a campione presso le amministrazioni centrali titolari delle misure e presso i soggetti responsabili dell’attuazione delle stesse.

Investimenti su ferrovie e comuni

Nel capitolo riguardante le Ferrovie, è stata avviata una rimodulazione degli investimenti per migliorare gli obiettivi del settore. Nel decreto Pnrr sono state introdotte nuove norme sulla sicurezza sul lavoro, con un aumento delle tutele per i lavoratori nella filiera del subappalto, normative più severe e sanzioni maggiori contro il lavoro nero, e un obbligo per il responsabile del progetto e il committente di vigilare e prevenire eventuali abusi. È prevista anche la conformità, con riduzione delle sanzioni, per coloro che desiderano mettersi in regola per quanto riguarda i contributi e il premio assicurativo Inail, mentre sono previste sanzioni più severe per gli evasori.

Viene previsto, tra l’altro, l’introduzione di un patentino a crediti per la sicurezza sul lavoro. Secondo questo nuovo sistema, le imprese e i lavoratori autonomi devono possedere almeno 15 crediti per poter lavorare legalmente, partendo da una dotazione iniziale di 30 crediti.

Per quanto riguarda i Comuni, che hanno risentito dei tagli alla spesa, il governo ha dichiarato che le risorse allocate per gli anni 2024 e 2025 sono destinate alle graduatorie per le opere del 2023. È stato stanziato oltre mezzo miliardo di euro aggiuntivo per i piani urbani integrati, mentre sono stati momentaneamente sospesi i 660 milioni di euro destinati agli alloggi e alle residenze scolastiche.

 

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