PIL inguaia il Governo, allarme delle associazioni: “Il Paese è fermo”

Economia al palo nel terzo trimestre: "Si allontana, l’obiettivo di una crescita dello 0,8% nell’anno in corso ipotizzata dalla NaDEF"

Pubblicato: 31 Ottobre 2023 15:32

QuiFinanza

Redazione

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Cattive notizie per l’economia italiana con il PIL che stavolta fa lo sgambetto al Governo. L’Istat stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia rimasto stazionario sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022. Lo comunica l’istituto di statistica confermando che la crescita acquisita per l’intero 2023 resta a +0,7% come già nel secondo trimestre.

Economia al palo

“Il PIL italiano è rimasto stabile nel trimestre estivo, sia nel confronto con i tre mesi precedenti che con lo stesso trimestre dello scorso anno. Difficilmente l’attività economica tornerà a crescere prima della primavera”. Così Paolo Mameli, economista dell’Ufficio Studi di Intesa Sanpaolo nel Macro Rapid Response

Nel dettaglio, si legge: “In prospettiva, sulla base delle indagini, il PIL potrebbe risultare stagnante anche nel trimestre in corso. Secondo le nostre stime, il picco dell’impatto negativo della stretta monetaria potrebbe essere avvertito tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Il PIL potrebbe tornare a crescere solo, nella migliore delle ipotesi, a partire dalla primavera, e in misura più consistente nel 2° semestre 2024, quando una spinta potrebbe arrivare dal recupero di potere d’acquisto delle famiglie e da una accelerazione dei flussi di spesa effettiva finanziata dai fondi NGEU”, si legge ancora nel Macro Rapid Response.

Allarme delle associazioni

Per Confcommercio “la stagnazione del prodotto lordo, largamente attesa, certificata dalle stime preliminari del terzo trimestre, sembra dovuta all’insufficienza della domanda per consumi, condizionata dalla perdita di potere d’acquisto a sua volta determinata dalle elevate dinamiche inflazionistiche dei mesi scorsi”.

“Si allontana, l’obiettivo di una crescita dello 0,8% nell’anno in corso ipotizzata dalla Nadef, per il cui raggiungimento sarà necessaria una performance non scontata nell’ultimo quarto dell’anno in corso, non inferiore al +0,4% congiunturale. Il contesto conferma, quindi, l’opportunità del taglio del cuneo contributivo per il 2024, necessario per sostenere i consumi. D’altra parte, il rapido rientro dell’inflazione potrebbe corroborare le dinamiche del potere d’acquisto dei redditi,già nei prossimi mesi”.

Anche per Confesercenti le rilevazioni di Istat “restituiscono un quadro in chiaroscuro per l’economia italiana: da un lato la discesa dell’inflazione ad ottobre – dato positivo dovuto al calo degli energetici ma anche ad un effetto statistico, visto che la corsa dei prezzi era iniziata proprio ad ottobre del 2022 – dall’altro, un Pil del terzo trimestre stagnante, che conferma l’esaurimento della fase di rimbalzo post pandemica, con un quarto trimestre che, in prospettiva, si prefigura peggiore anche alla luce delle condizioni geopolitiche”.

“Il Paese è fermo”

In questo scenario caratterizzato da un’aumentata incertezza, anche i risultati del 2024 “rischiano di essere compromessi. Difficilmente l’incremento del Pil nel prossimo anno potrà superare quello del 2023 e al momento valutiamo che il tasso di crescita si fermerà allo 0,6%, molto lontano dagli obiettivi fissati dal governo”.

La variazione acquisita è infatti già dello 0,7%, leggermente inferiore allo 0,8% previsto dalla recente Nadef, dove era già stato corretto al ribasso di 2 decimali rispetto al Def dello scorso aprile: se la situazione non cambia nell’ultimo trimestre lo scostamento sarà minimo, 1 decimale appunto, mentre se si finisce in campo negativo, si scenderà di almeno 2 decimali per l’intero anno, rispetto al programmatico Nadef.

Per l’Unione Nazionale Consumatori “il Paese è fermo”, come afferma il Presidente Massimiliano Dona che chiede “una manovra coraggiosa, che metta in campo risorse ingenti per ridare capacità di spesa alle famiglie. Non ci si può accontentare di navigare a vista e restare a galla”

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