AGGIORNAMENTO: A seguito della decisione adottata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) in merito alle presunte violazioni del Codice del Consumo da parte di Mooney S.p.A. e Mooney Group S.p.A., le società hanno comunicato a QuiFinanza che, “preso atto delle contestazioni dell’AGCM, si riservano di valutare le argomentazioni su cui il provvedimento è fondato, che non sembrerebbero riflettere adeguatamente il business della società, e impugnare lo stesso dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio”.
Infine, si aggiunge nella nota dell’azienda, “Mooney precisa di essersi sempre impegnata per operare nel rispetto e a tutela dei propri clienti per garantire loro prodotti e servizi sicuri, di facile utilizzo e reperibili in modo capillare su tutto il territorio nazionale, garantendo informazioni complete, in linea con quanto previsto nei termini e condizioni d’uso dei propri prodotti”.
In mattinata, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha comunicato di aver multato l’emittente e gestore della carta prepagata Mooney e la capogruppo Mooney Group, per un totale di circa 2,5 milioni di euro.
La decisione dell’Antitrust
Secondo quanto riportato nella documentazione dell’Antitrust, le due società non hanno garantito un controllo efficace e tempestivo sul rilascio e sull’uso corretto delle loro carte, facilitando così una pratica commerciale scorretta che consisteva in richieste di pagamento ingannevoli, apparentemente provenienti dalle Camere di Commercio.
Le indagini sono state avviate dopo che l’Autorità ha ricevuto un numero significativo di segnalazioni da parte di microimprese, destinatarie delle richieste di pagamento, nelle quali le carte prepagate Mooney venivano frequentemente indicate come lo strumento per effettuare il pagamento.
Secondo l’Antitrust, nel corso del procedimento è stato accertato che Mooney S.p.A., “nonostante fosse venuta a conoscenza del ricorrente utilizzo delle proprie carte per questi scopi illeciti, ha omesso di adottare tempestive iniziative per fronteggiare il fenomeno. Tale condotta integra una pratica commerciale scorretta in violazione dell’articolo 20, comma 2, del Codice del Consumo, perché contraria alla diligenza professionale cui deve attenersi un operatore come Mooney S.p.A., tenuto conto tra l’altro del settore in cui opera e della gravità del fenomeno segnalato”.
Ma non è tutto, perché l’Antitrust ha giudicato “ingannevoli e fuorvianti le informazioni e le modalità con cui Mooney S.p.A. attivava la procedura di blocco delle proprie carte e la gestione dei blocchi e degli eventuali sblocchi, in alcuni casi impedendo ai titolari delle carte di utilizzarle per un periodo di tempo non definito”.
A commentare la vicenda anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Bene. Si tratta di una sanzione importante perchè conferma il principio che una società è responsabile anche del corretto utilizzo dei propri prodotti e ha il dovere professionale di effettuare controlli, adottando iniziative tempestive nel caso siano utilizzati per scopi illeciti, con una danno per i consumatori – afferma – La mancanza di diligenza professionale, insomma, è sufficiente per configurare una pratica commerciale scorretta” conclude Dona.
Che cos’è Mooney
Mooney è nata nel dicembre 2019 dall’unione tra SisalPay e Banca 5. Oggi è una delle principali fintech italiane, con un turnover di 14,8 miliardi di euro. Ha 20 milioni di consumatori sul canale fisico, tre milioni su quello digitale, e gestisce 250 milioni di transazioni, di cui il 40% cashless. L’azienda conta oltre 500 dipendenti, come scrivono sul loro sito.
Mooney conta 45mila punti vendita. Nel 2020 ha registrato ricavi per 153 milioni di euro e un margine operativo lordo di 82 milioni. Con circa 20 milioni di clienti, gestisce ogni anno il 20% di tutte le bollette elettriche emesse dal gruppo Enel. Inoltre, tramite la partecipazione in MyCicero, gestisce una piattaforma digitale che fornisce servizi di mobilità a oltre due milioni di clienti.
Non è però un periodo particolarmente sereno per loro. Ad aprile la Banca d’Italia ha vietato all’azienda l’emissione di nuove carte di pagamento e l’apertura di nuovi conti di moneta elettronica, uno stop necessario per completare le verifiche sull’antiriciclaggio.