Nel disbrigo dei cosiddetti ‘affari correnti’, l’ultimo atto del governo presieduto da Mario Draghi prima delle dimissioni e delle elezioni previste il 25 settembre potrebbe essere la privatizzazione di ITA, la compagnia aerea nazionale. Il premier dovrebbe dare il via libera alla privatizzazione la prossima settimana.
Nel prossimo Consiglio dei Ministri verrà infatti indicata la cordata MSC-Lufthansa come quella scelta per prendersi l’80% della compagnia aerea italiana nata dalla ceneri dell’ex vettore di bandiera Alitalia.
L’accordo
Come noto, ITA è nata col consenso delle istituzioni comunitarie solo a patto che non ricevesse poi aiuti statali, ma che fosse in grado di camminare con le proprie gambe. L’accordo con il tandem Msc-Lufthansa per l’acquisizione rispettivamente del 60 per cento e del 20 per cento (il resto rimane per ora al Tesoro) di ITA sarebbe già nelle cose, con l’offerta scritta nero su bianco sul tavolo di Draghi. La vendita è inserita in un Dpcm pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dal 2 marzo, che segna i passaggi e i paletti da rispettare.
Numeri
Dalle casse dello Stato sono già usciti circa 1 miliardo e 200 milioni per la compagnia. Ai 400 milioni chiesti al Tesoro – vidimati da Antitrust e Ue – vanno infatti aggiunti i 720 già erogati in precedenza.
Ecco perché l’offerta da 900 milioni di Msc-Lufthansa può rappresentare la soluzione migliore per evitare che in autunno, con la fine degli introiti da vacanze, la compagnia si ritrovi a dover chiedere altri soldi allo stato.