Secondo un report pubblicato dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi) il 17 febbraio 2025, nel corso dei primi 15 giorni di febbraio, il tasso lordo dei Bot a sei mesi è calato al 2,44%, così come anche il tasso lordo dei Btp a 10 anni è sceso al 3,49%.
La significativa diminuzione dei tassi d’interesse su vari strumenti finanziari, tra cui i Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) e i Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) solleva quindi interrogativi sulla convenienza di investire, o meno, nei titoli di Stato oggi, in un contesto caratterizzato da rendimenti in calo e registrazioni al ribasso.
Analisi dei rendimenti di Bot, Btp e altri strumenti finanziari
Secondo l’Abi, a febbraio il tasso lordo dei Bot a sei mesi è calato al 2,44%, con una riduzione di 9 punti base rispetto a gennaio (2,53%) e di 161 punti base rispetto al massimo di ottobre 2023. Parallelamente, anche il tasso lordo dei Btp a 10 anni è sceso al 3,49%, con una diminuzione di 16 punti base rispetto a gennaio (3,65%) e di 149 punti base rispetto al picco di ottobre 2023.
La stessa tendenza ha registrato il tasso Euribor a 3 mesi, che è sceso in media al 2,54%, registrando una diminuzione di 16 punti base rispetto a gennaio 2025 (2,70%) e una riduzione di 146 punti base rispetto al picco di ottobre 2023. Mentre per quanto riguarda i titoli a più lungo termine, il tasso IRS a 10 anni, spesso utilizzato come riferimento nei mutui, è diminuito al 2,36%, segnando una riduzione di 14 punti base rispetto a gennaio (2,50%) e di 117 punti base rispetto al massimo di ottobre 2023.
Questa discesa dei rendimenti, compresi i titoli di Stato, riflette un contesto macroeconomico caratterizzato da politiche monetarie accomodanti e da una riduzione dei premi per il rischio. Cosa vuol dire? Di fatto, per gli investitori, questo scenario presenta sia opportunità che sfide.
Conviene investire?
Se da un lato i titoli di Stato continuano a rappresentare un’opzione d’investimento a basso rischio, ideale per la conservazione del capitale e per chi cerca una fonte di reddito stabile, dall’altro lato i rendimenti più bassi possono risultare meno attraenti. Soprattutto coloro che cercano guadagni più elevati, potrebbero essere spinti a considerare alternative con rendimenti potenzialmente superiori, ma con un profilo di rischio più elevato.
C’è da dire, comunque, che nonostante la diminuzione dei rendimenti, i titoli di Stato italiani come Bot e Btp mantengono un ruolo cruciale in una strategia d’investimento equilibrata, specie per gli investitori con una bassa propensione al rischio.
Quando si valuta un investimento, infatti, è fondamentale valutare attentamente gli obiettivi finanziari personali, l’orizzonte temporale e la tolleranza al rischio prima di prendere decisioni. Per esempio, in alcuni casi, potrebbe essere opportuno diversificare il portafoglio includendo una combinazione di titoli di Stato e altri strumenti finanziari per bilanciare rischio e rendimento.
Alla luce di quanto detto, quindi, chi preferisce un rendimento certo e vuole evitare la volatilità dei mercati dovrebbe ancora continuare a valutare un investimento in Bot e Bpt. Considerando poi che i Btp a 10 anni offrono comunque un rendimento lordo del 3,49%, l’investimento può essere interessante in un contesto di tassi in discesa anche per chi ha un orizzonte di lungo periodo.
Infine, se la Bce continuerà a tagliare i tassi nel 2025, potrebbe valere la pena bloccare i rendimenti attuali su BTP a lungo termine prima che scendano ulteriormente.