Nuovi guai e problemi per FlixBus, rinomata compagnia di trasporti a basso costo che opera su tutta l’Europa e anche negli Stati Uniti. Negli ultimi giorni, infatti, diversi mezzi della società tedesca sono rimasti coinvolti in incidenti stradali, soprattutto due in Italia e in Germania che hanno provocato la morte di diversi passeggeri dopo che i bus sui quali viaggiavano si sono ribaltati. Ma chi controlla FlixBus e come funziona?
I casi che coinvolgono FlixBus
Prima di parlare della società e del suo patrimonio, devono di certo essere riportate le notizie di cronaca che hanno acceso sempre di più le luci dei riflettori sull’azienda tedesca. Il primo è avvenuto nei confini nostrani, con l’autista che ha perso il controllo del bus sulla A1 nella notte fra domenica 24 e lunedì 25 marzo.
Il bilancio dell’incidente avvenuto fra le uscite Modena Sud e Valsamoggia è di un morto e sei feriti. La vittima, secondo quanto emerso, era un 19enne congolese partito col pullman da Milano per raggiungere Roma.
Sull’autostrada A9 in Germania, invece, mercoledì 27 marzo intorno alle 9:45 un FlixBus si è ribaltato vicino Lipsia. L’incidente avrebbe causato almeno cinque morti oltre a diversi feriti, col conducente che avrebbe perso il controllo del mezzo per cause da chiarire. Il mezzo si è ribaltato nel tratto tra Wiedemar e Schkeuditzer Kreuz in direzione Monaco mentre a bordo c’erano 53 passeggeri e i 2 autisti.
FlixBus, dalla Germania a tutto il mondo
Insomma, un biglietto di presentazione che non è di certo dei migliori per chi dovesse conoscere solo oggi FlixBus, società di autobus extra-urbani che effettua servizi di trasporto a basso costo in tutta Europa e Usa con oltre 250 mila collegamenti giornalieri e 1.700 destinazioni in 27 diversi Paesi Europei.
Presente in Italia con 120 fermate lungo tutta la penisola, Flix è stata fondata nel 2011 a Monaco da Daniel Krauss che nel giro di pochi anni non solo è riuscito a organizzare le prime corse, ma nel 2014 è riuscito a essere attivo su tutto il territorio tedesco. L’arrivo in Italia è datato 2015, in estate, con la filiale di Milano, per poi espandersi anche in Francia, Austria, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Svezia e Danimarca.
La svolta per Krauss arriva grazie all’idea del modello di business basato sul noleggio, e non proprietà, dei bus. Infatti la società ha all’attivo soltanto un bus in dotazione, quello necessario all’iscrizione al registro elettronico delle imprese e non ha autisti assunti. E allora come funziona? In poche parole FlixBus può contare, grazie ad accordi, sul lavoro di ditte di autotrasporto, spesso a conduzione familiare, riuscendo a garantire prezzi molto bassi. È quindi una società che opera con l’associazione temporanea d’impresa tramite contratti di collaborazione, incassando il 30% delle vendite decidendo le strategie sulle rotte in cambio degli investimenti in marketing, mentre i partner guadagnano l’altro 70%.
Poco guadagno? No, perché ai partner nel 70% corrisposto viene chiesto anche di occuparsi della manutenzione dei mezzi, del costo del lavoro, deposito, logistica e le tasse in regime di esclusiva. FlixBus quindi trova accordi con compagnie locali e poi “scarica” tutto a loro che poi gireranno il 30% dei guadagni.
I ricavi nel 2023
Un modello che funziona, vincente per la società tedesca che da gennaio a fine giugno 2023 ha registrato un fatturato complessivo di 860 milioni di euro, per un incremento del 54% rispetto ai 557 milioni di euro relativi al semestre gennaio-giugno 2022.
Il periodo gennaio-giugno 202, tra l’altro, si è confermato come il primo semestre di maggior successo nella storia della società. In Europa i risultati erano stati di oltre 477 milioni di fatturato, mentre negli Usa di 279. E ora si attendono i risultati futuri, con Flix che guarda con fiducia nonostante i problemi dell’ultimo periodo.