C’è un rischio bolla a Wall Street? La domanda aleggia da qualche tempo nelle sale operative di New York, dove si continuano ad acquistare a piene mani i titoli tecnologici, specie quelli legati all’intelligenza artificiale. Un gruppetto di sette società, le cosiddette “trillion dollar star” del Listino americano stanno fortemente condizionando il mercato, che ha raggiunto ed ripetutamente aggiornato i massimi storici. Ma gli esperti vedono ormai una situazione di euforia e di ipercompato ed una eccessiva concentrazione del mercato su pochi attori, che assimila il quadro a quello sperimentato nel 2000, allo scoppio della bolla delle dot-com.
Jamie Dimon di Jp Morgan vede correzione “significativa”
Il numero uno di Jp Morgan Jamie Dimon non nasconde la possibilità di scoppio di una bolla sul modello di quella delle dot-com nel 2000. “Prendiamo l’intelligenza artificiale, ci stanno investendo un sacco di soldi. L’intelligenza artificiale è reale e nel complesso darà i suoi frutti. Proprio come le automobili e le TV hanno dato i loro frutti. Ma la maggior parte delle persone coinvolte non ha avuto successo”, ha spiegato Dimon in una intervista alla BBC.
Il finanziere vede oggi “maggiori probabilità di un calo significativo delle azioni” in un arco di tempo che va da sei mesi a due anni e afferma di essere”molto più preoccupato di altri” rispetto alla probabilità di una “correzione significativa” del mercato azionario.
Allarmati anche FMI e Bank of England
Anche la direttrice del FMI Kristalina Georgieva ha messo in guardia dai rischi di sopravalutazione delle azioni legate all’AI. “Stimolati dall’ottimismo sul potenziale di miglioramento della produttività dell’intelligenza artificiale, i prezzi delle azioni globali stanno aumentando”, ha affermato Georgieva, avvertendo “se si verificasse una brusca correzione, condizioni finanziarie più restrittive potrebbero frenare la crescita mondiale“.
Anche per la Bank of England i prezzi dei titoli legati all’AI sono troppo alti, vicini a picco della bolla delle dot-com. La Banca centrale britannica, in occasione della pubblicazione delle minutes dell’ultimo incontro di politica monetaria, ha avvertito che il rischio di una “brusca correzione del mercato” è aumentato, osservando che le valutazioni appaiono eccessive, in particolare per le aziende tecnologiche focalizzate sull’intelligenza artificiale. “La quota di mercato dei primi 5 membri dell’S&P 500, vicina al 30%,- ha evidenziato la BoE – è più alta che in qualsiasi altro momento degli ultimi 50 anni”.
Goldman non vede un rischio incombente
Secondo Goldman Sachs, l’eccessiva valutazione dei titoli tech e la concentrazione del mercato testimonierebbero l’esistenza di una bolla, anche se la banca d’affari non vede un rischio immediato.
Una manciata di aziende ha ripetutamente aggiornato i record storici. Inoltre, c’è un mercato concentrato, che vede solo sette titoli – Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla – rappresentare il 55% dei guadagni dell’S&P 500.
I timori per una potenziale bolla si sono intensificati nelle ultime settimane, dopo che le big dell’intelligenza artificiale quali Nvidia e OpenAI hanno annunciato accordi di finanziamento, che hanno fatto sorgere il dubbio che i principali attori del settore possano continuare a sostenere il mercato. Grandi aziende tecnologiche come Meta, Microsoft e Amazon hanno speso centinaia di miliardi di dollari in data center e infrastrutture per sviluppare e potenziare l’intelligenza artificiale, e hanno stanziato centinaia di miliardi di dollari per ulteriori investimenti.