La questione della tassazione sulle banche agita il mondo politico non solo in Italia, ma anche in Francia. Il governo Meloni sta infatti vagliando un eventuale prelievo “solidale” per gli istituti di credito o, in alternativa, per altri soggetti quali assicurazioni e imprese energetiche, che negli ultimi anni hanno ottenuto profitti molto alti, grazie alla politica dei tassi alti praticata dalla BCE e per le crisi del Covid e la guerra in Ucraina.
Una misura che vede tutt’altro che concordi i partiti della maggioranza, sulla questione della tassazione sugli extraprofitti delle banche, a caccia di risorse utili a finanziare la legge di bilancio 2025.
Fratelli d’Italia pensa ad un “contributo di solidarietà” una tantum, ma “senza intenti punitivi verso alcuno, richiamando tutti ad un autentico spirito di solidarietà a sostegno del Sistema Paese e solo nel caso in cui lo si ritenesse necessario”, chiosa il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti.
“Valuteremo con serenità se anche dal sistema delle banche potrà arrivare un contributo per far crescere ulteriormente l’economia italiana”, rilancia Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera e responsabile economico di Fratelli d’Italia.
La posizione contraria di Forza Italia
E anche se Foti avverte: “fatica inutile se qualcuno dell’opposizione spera che si apra una qualche spaccatura nel centrodestra in vista della stesura della legge di Bilancio”, il Pomo della discordia tra i partiti della maggioranza di centrodestra, si conferma proprio la controversa tassa sugli extraprofitti delle banche.
“Siamo contrari a qualsiasi tassa sugli extraprofitti. Si danneggerebbero le banche di prossimità e si creerebbe incertezza sui mercati a danno dell’Italia”, afferma il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che però aggiunge, “si può aprire un tavolo di confronto con le banche per trovare la soluzione migliore per aiutare i conti pubblici del nostro Paese, credo che loro siano disponibili ad un confronto, ma un imposizione dall’alto sarebbe un grave errore”.
Anche in Francia è caccia alle risorse
Cercare nuove risorse è la piaga che affligge anche il governo di centrodestra di Barnier in carica soltanto dal 5 settembre. Il primo ministro francese, infatti, ha ammesso chiaramente che il suo esecutivo potrebbe aumentare le tasse a carico delle grandi aziende e dei più ricchi, per arginare il problema crescente del debito.
“Il nostro paese versa in condizioni molto gravi, con 3 trilioni di euro di debito e 50 miliardi di interessi da pagare ogni anno”, ha detto Barnier.
A Piazza Affari giù le banche
L’ipotesi di una tassa ha pesato anche sul settore bancario quotato a Piazza Affari. Le peggiori di giornata, infatti, sono state le big del credito in attesa di capire se gli istituti italiani saranno chiamati a un “contributo di solidarietà” in vista della manovra 2025. L’indice di riferimento del benchmark è scivolato sulla piazza di Milano di oltre 2 punti percentuali.