L’oro aspetta la Fed: gli scenari dei mercati in attesa prospettive su tassi

L'analisi di Imaru Casanova, Portfolio Manager, Oro e metalli preziosi di VanEck

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Redazione

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L’oro è rimasto poco mosso a febbraio, chiudendo al di sotto dei 2.000 dollari l’oncia il 13 e il 14 febbraio prima di risalire e mantenersi al di sopra di questo livello per il resto del mese. Alla fine si è attestato a 2.044 dollari l’oncia il 29 febbraio, con un aumento dello 0,23% nel mese. Lo scrive Imaru Casanova, Portfolio Manager, Oro e metalli preziosi di VanEck, in una lunga analisi che analizza i principali trend sul mercato dell’oro.

Oro in pausa in attesa prospettive su tassi

“Le letture dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) core e headline degli Stati Uniti per il mese di gennaio – spiega l’esperto – sono state superiori alle previsioni di consenso, posticipando la probabilità di un taglio dei tassi della Federal Reserve (Fed) statunitense più avanti nell’anno ed esercitando pressione sull’oro a metà mese. In seguito, l’oro ha trovato il sostegno per stabilire un prezzo medio di chiusura di 2.029 dollari l’oncia quest’anno, non male, considerando che, nello stesso periodo, il dollaro statunitense (misurato dall’indice DXY1) è salito del 2,8% e la domanda di investimento in oro fisico (misurata dalle partecipazioni in ETF garantiti dall’oro) è scesa del 3,7%. Mentre il mese scorso l’oro fisico è stato apparentemente poco apprezzato, le azioni aurifere hanno avuto risultati deludenti. L’indice NYSE Arca Gold Miners (GDMNTR)2 e l’indice MVIS Global Juniors Gold Miners (MVGDXJTR)3 sono scesi rispettivamente del 6,10% e del 6,84% a febbraio, ampliando ulteriormente il già significativo divario di valutazione rispetto al metallo. I primi giorni di marzo hanno però portato un po’ di sollievo agli investitori azionari in oro, con i titoli minerari auriferi che hanno nettamente superato l’oro fisico, mentre l’oro ha raggiunto nuovi massimi storici”.

“Potrebbe essere l’inizio di una tendenza alla regressione alla media che vede i titoli azionari dell’estrazione dell’oro mostrare ancora una volta la loro leva rispetto al prezzo dell’oro e sovraperformare l’oro fisico quando i prezzi dell’oro sono in aumento. A titolo di riferimento, GDMNTR dovrebbe più che raddoppiare rispetto ai livelli attuali per raggiungere il suo picco dell’agosto 2011, quindi sembra esserci ancora un discreto potenziale di fuga solo sulla base della performance storica” .

Minatori d’oro stanno davvero dando il massimo

Il mese scorso – scrive Casanova –  “abbiamo partecipato alla BMO Global Metals, Mining and Critical Minerals Conference. Abbiamo incontrato i dirigenti di oltre 40 aziende produttrici di oro e metalli preziosi. Questa conferenza offre un’ottima opportunità per tastare il polso al settore, individuare tendenze e temi, ricevere aggiornamenti dalle singole società e potenzialmente scoprire nuove idee di investimento”. Ecco alcune delle nostre principali conclusioni:

Gli scenari

“L’industria estrattiva dell’oro è senza dubbio un’attività molto impegnativa”, conclude l’esperto che sottolinea anche la consapevolezza delle società minerarie aurifere a “concentrare i loro sforzi sulla riduzione del rischio delle loro attività, sulla riduzione dei costi, sul miglioramento dei rendimenti per gli azionisti e sull’obiettivo di una crescita disciplinata con la partecipazione, il sostegno e il beneficio dei Paesi e delle comunità ospitanti, in modo responsabile ed etico dal punto di vista ambientale”.

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