Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito a circa l’1,94%, raggiungendo i livelli più alti dal 2007, in un clima di speculazioni su un possibile aumento dei tassi di interesse da parte della Bank of Japan nella riunione di questo mese, in calendario il 18 e 19 dicembre. Secondo le indiscrezioni uscite nelle ultime ore sulla stampa giapponese, alcuni membri chiave del governo del Primo Ministro Sanae Takaichi non si opporrebbero alla decisione della banca centrale di aumentare i tassi a dicembre, sebbene alcuni alti funzionari rimangano cauti sui tempi.
Le dichiarazioni del governatore
Lunedì, Kazuo Ueda, governatore della Bank of Japan, ha sostanzialmente preannunciato un aumento dei tassi a dicembre, affermando che la banca centrale avrebbe valutato i “pro e i contro” di tale mossa già questo mese.
Le dichiarazioni, che hanno portato i mercati a prezzare una probabilità dell’80% di un aumento dei tassi a dicembre, hanno incontrato scarse resistenze da parte dell’amministrazione Takaichi, che storicamente ha sostenuto una politica monetaria accomodante. Martedì, il Ministro delle Finanze Satsuki Katayama ha dichiarato di non vedere alcun problema nelle dichiarazioni di Ueda, segno che il governo non ostacolerà un aumento dei tassi questo mese. Katayama ha inoltre affermato di aspettarsi che la banca centrale adotti una politica monetaria adeguata per raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2%, utilizzando metodi specifici.
L’andamento della politica monetaria
Il Giappone ha abbandonato il suo programma di controllo della curva dei rendimenti a marzo 2024, in base al quale i rendimenti obbligazionari di riferimento a 10 anni erano limitati a circa l’1%, nell’ambito della normalizzazione della politica monetaria che ha visto anche il paese porre fine all’ultimo regime di tassi di interesse negativi al mondo.
Ora, mentre il Giappone valuta l’aumento dei tassi in un momento in cui l’inflazione è in aumento – è rimasta al di sopra dell’obiettivo del 2% della Bank of Japan per 43 mesi consecutivi – lo spettro di un ulteriore aumento dei rendimenti obbligazionari incombe.
La Bank of Japan ha proseguito la sua lenta e costante normalizzazione della politica monetaria quest’anno, aumentando i tassi ufficiali di 25 punti base a partire da novembre e proseguendo il quantitative tightening, sbarazzandosi di titoli di Stato giapponesi e di ETF/JREIT dal proprio bilancio. Il prossimo rialzo porterebbe il tasso di riferimento della Bank of Japan allo 0,75%, un livello mai visto negli ultimi tre decenni.
Lo scenario per il 2026
Con l’avvicinarsi del 2026, gli analisti prevedono che il graduale cambiamento della politica monetaria verrà mantenuto. Diversi membri del board hanno già espresso sostegno agli aumenti dei tassi, rilevando un’inflazione di fondo prossima al 2% e tassi di interesse reali negativi. Le condizioni economiche generali sono cambiate, come previsto dalla Bank of Japan, e si prevede che le nuove politiche governative aiuteranno la banca centrale a raggiungere i suoi obiettivi.
Il nuovo pacchetto economico probabilmente stimolerà la crescita a breve termine e ridurrà l’inflazione complessiva al di sotto del 2%. Si prevede che il sostegno all’assistenza all’infanzia, gli sgravi fiscali e la riduzione dei costi energetici incoraggeranno una maggiore spesa al consumo e manterranno l’inflazione di fondo al di sopra del 2%.