Francia nel caos. La sfiducia sulla Manovra fa impennare lo Spread

Il no alla finanziaria da 60 miliardi del governo Barnier rischia di gettare il Paese nell'ingovernabilità e mette a rischio il raggiungimento dei target europei di deficit e debito

Pubblicato: 3 Dicembre 2024 15:20

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Il governo di Michel Barnier è già in crisi a causa della sfiducia sulla Manovra che la leader dell’estrema destra Marine le Pen ha presentato allo scadere dell’ultimatum. Tutte le forze politiche dall’estrema destra alla sinistra radicale hanno detto no alla Manovra da 60 miliardi, che prevede pesanti tagli alla spesa pubblica ed un aumento delle imposte. A nulla è valsa la promessa del governo  di rinunciare all’aumento delle tasse sull’elettricità, perché il no all’indicizzazione delle pensioni ha pesato di più ed ha fatto naufragare anche l’ultima possibilità di un’intesa. A questo punto la Francia si trova di fronte ad un baratro di natura economica e politica.

I rendimenti dell’OAT salgono e lo Spread si allarga

Restano in tensione i rendimenti dei titoli di stato francesi, dopo aver raggiunto nuovi record la scorsa settimana. Il rendimento dell’OAT, il titolo di stato francese, è salito ancora, attestandosi al 2,911%, facendo allargare lo Spread, termometro della crisi, sino a 87 punti.

Su questo livelli il differenziale con il Bund si conferma ai massimi dal 2012, in piena crisi finanziaria, ed addirittura al di sopra di un Paese come la Grecia, che registra uno Spread di 85,9 punti. Lo Spread italiano sui conferma al di sopra a 121,7 punti, a motivo dell’elevatissimo debito pubblico, prossimo ai 3mila miliardi di euro, anche se in netto ridimensionamento rispetto allo scorso anno, quando le elezioni hanno dato un risultato certo ed un governo stabile.

La Francia paga l’instabilità politica

Il Premier Barnier e del suo ministro dell’Economia Antoine Armand, hanno faticato molto per trovare l’appoggio delle diverse forze in Parlamento, ma senza successo.

Il governo Barnier aveva fatto ricorso ad uno stratagemma costituzionale, appellandosi all’articolo 49.3 della Costituzione francese, che consente di approvare una legge senza passare per il voto dell’aula, fatta salva appunto la facoltà dei partiti di presentare una mozione di sfiducia.

La leader del Rassemblement National, Marine le Pen ha quindi messo in atto le sue minacce ed ha posto la sfiducia (“motion de censure”) sulla Legge di bilancio, ottenendo il supporto anche della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, che si è unita all’estrema destra contro una manovra economica giudicata troppo austera ed ha chiesto anche un passo indietro del Presidente Emannuel Macron. La mozione sarà discussa domani dall’Assemblée Nationale.

Caduto l’ultimo tentativo di far passare la finanziaria, l’attenzione si concentra ora sulle vicende che coinvolgeranno l’esecutivo, dal momento che le Camere non si possono sciogliere fino a luglio ed il Presidente non può essere costretto a dimettersi. Una situazione che preannuncia l’ingovernabilità ed il caos in un momento molto delicato per la Francia e l’Ue.

A rischio i target imposti dalle regole europee

Con la bocciatura della Legge di bilancio e la caduta del governo Barnier, i tempi per l’approvazione di una nuova finanziaria si allungheranno a dismisura. Una nuova Manovra richiederà almeno 70 giorni di discussione in Assemblea.  E con la caduta del governo si arriverà almeno alla primavera.

Tutto questo metterà a rischio la possibilità ìdi centrare i rigidi target europei in termini di rientro del deficit e del debito, che la Manovra dell’ex Commissario europeo Michel Barnier puntava a centrare. “‘I francesi non ci perdonerebbero di mettere gli interessi particolari davanti all’avvenire della Nazione”, aveva dichiarato il Premier ed ex Commissario Ue.

Il deficit di bilancio della Francia aveva raggiunto il 5,5% del PIL nel 2023 e si prevede un ulteriore aumento al 6,1% nel 2024, che  supera l’obiettivo iniziale del 5,1%. La Manovra di Barnier puntava su un piano di consolidamento fiscale di circa 60 miliardi di euro, pari al 2% del PIL, per riallinearsi ai target delle nuove regole europee.

Cosa ne pensano gli analisti

Per gli analisti di Generali Investment, i possibili sviluppi della scena politica francese “non saranno a supporto per un restringimento dello spread francese” e quindi ci si attende che ” lo spread possa continuare a muoversi nel range osservato in questi ultimi giorni, in attesa degli sviluppi politici, con un rischio non marginale che da gennaio in poi, con una ripresa delle attività di finanziamento, il mercato vada a testare il livello dei 100bps“.

Per Peter Goves, analista di MFS Investment Management, “la volatilità dell’OAT-Bund rimarrà probabilmente molto elevata”. “Anche se il progetto di bilancio sembra destinato ad essere approvato (nonostante l’eventuale voto di sfiducia) – sottolinea l’esperto – l’incertezza politica rimarrà molto alta. È difficile vedere una via d’uscita dall’attuale impasse, dato che il quadro parlamentare non può essere modificato fino all’estate del prossimo anno. Alla luce di ciò,è difficile che lo spread OAT-Bund si stabilizzi a breve. Il calo degli indicatori di fiducia è un’altra delle misure da monitorare per valutare le prospettive del mercato obbligazionario”.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963