Elezioni USA, quale impatto sulla politica monetaria?

Le elezioni di novembre si avvicinano e sono due le percezioni più comuni da parte degli investitori: l'analisi di Xiao Cui, Senior Economist di Pictet Wealth Management

Pubblicato: 16 Febbraio 2024 08:48

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Riflettori puntati sulle elezioni Usa di novembre con un interrogativo che serpeggia: quali impatti avranno sulla politica monetaria? Xiao Cui, Senior Economist di Pictet Wealth Management. spiega che sono due le percezioni più comuni da parte degli investitori.

Elezioni Usa, quali impatti su politica monetaria?

Nessuna delle due affermazioni – sottolinea l’esperto – “è infondata e la Fed è già finita nel mirino della politica in passato. Tuttavia, le elezioni presidenziali del 2024 non modificano le nostre aspettative di politica monetaria basate sui fondamentali economici. Prevediamo che la Fed inizierà a ridurre i tassi a giugno e in seguito ad ogni riunione di quest’anno”.

Gli scenari

Cui sottolinea infatti che la Fed “ha sia inasprito che allentato la politica in prossimità delle elezioni di novembre, e non troviamo alcuna tendenza all’allentamento. Se i dati sono sufficientemente forti da impedire alla Fed di tagliare i tassi fino a novembre, la banca centrale americana potrebbe prendere in considerazione l’idea di astenersi dal fare la sua prima mossa politica nella riunione di novembre (due giorni dopo le elezioni) per non dare un segnale di grande urgenza”.

Ovviamente, “le elezioni sono importanti, a causa dell’incertezza economica che generano e dei potenziali cambiamenti politici. Le proposte politiche dei principali candidati presidenziali sono entrambe espansive dal punto di vista fiscale. Politiche commerciali e di immigrazione più restrittive sotto Trump potrebbero essere percepite come più inflazionistiche”. 

“Rischio” FED

Elezioni che – spiega ancora l’esperto – “possono avere un impatto sulla politica monetaria anche attraverso la nomina del presidente della Fed. Il rischio di un candidato non ortodosso, la cui politica potrebbe essere influenzata direttamente dal presidente, esiste. Ma il Senato ha l’ultima parola nella nomina del presidente e c’è un’intesa comune tra i senatori sul fatto che l’indipendenza della Fed debba sempre essere preservata”.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963