Economia, nuvole sempre più nere: “Ci aspettano 5 anni durissimi”

Il report del Fondo Monetario Internazionale: "Crescita del Pil al 3% nei prossimi 5 anni". A pagare il prezzo più duro saranno i paesi a basso reddito.

Pubblicato: 7 Aprile 2023 12:43

QuiFinanza

Redazione

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Tra guerra, inflazione galoppante, tensioni internazionali (Medio Oriente e Pacifico) e emergenze climatiche ed energetiche, l’economia mondiale è costretta a una robusta frenata che si farà sentire non poco nei prossimi 5 anni. Per i quali il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita del Pil globale debole, bloccata sotto il 3%, con conseguenze preoccupanti.

La “crescita resta debole rispetto agli standard storici” – afferma il direttore generale del Fmi, Kristalina Georgieva – sottolineando che l’attività economica sta rallentando negli Stati Uniti e nell’area euro, dove i tassi di interesse pensano sulla domanda.

Mai così male dal 1990

La crescita mondiale resterà intorno al 3% per i prossimi cinque anni, la “nostra stima di medio termine più bassa dal 1990 e ben al di sotto del +3,8% degli ultimi due decenni. Questo rende più difficile ridurre la povertà, risanare le cicatrici della crisi del Covid e offrire nuove e i migliori opportunità per tutti”.

Nel 2021 il Pil globale è aumentato, dopo il devastante anno pandemico, del 6,1%, nel 2022 la crescita si è limitata a un +3,4%. E quest’anno le stime la assestano sotto il 3%, una frenata che tocca il 90% delle economie avanzate e che avrà un impatto pesante in termini di Pil pro capite nei Paesi a medio e basso reddito. Il che è preoccupante anche per l’Italia.

Serve stabilità finanziaria

Ma “non ci può essere una robusta crescita senza stabilità dei prezzi o senza stabilità finanziaria”, afferma inoltre Georgieva, sottolineando come la lotta all’inflazione è divenuta più complessa con le recenti pressioni sul settore bancario negli Stati Uniti e in Svizzera. Tensioni che comunque hanno messo in evidenza “la lunga strada fatta dalla crisi del 2008. Le banche sono più forti e resilienti”. Le banche centrali – osserva Georgieva – dovrebbero continuare ad alzare i tassi di interesse per combattere l’inflazione usando però politiche finanziarie per assicurare la stabilità dei prezzi.

Transizione

Riforme, rivoluzione digitale, investimenti verdi sono poi cruciali – sempre nel report FMI – per generare crescita in settori nuovi.

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