Decreto bollette rimandato, il Governo prende tempo e studia nuove misure contro gli aumenti

Il Governo aveva promesso a inizio settimana che avrebbe messo mano al tema in Cdm. Tra gli obiettivi quello di ampliare la platea dei beneficiari del bonus sociale

Pubblicato: 19 Febbraio 2025 07:59

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il caro bollette è ancora al centro del dibattito. Il Governo sta lavorando a nuove misure per affrontare la questione energetica, che potrebbero essere discusse in una prossima riunione del Consiglio dei ministri, ma non quella di mercoledì 19 febbraio. Gli obiettivi? Ridurre il divario tra il prezzo del gas sul mercato europeo e quello italiano e ampliare la platea dei beneficiari del bonus sociale, così da offrire sostegno a famiglie e imprese in difficoltà.

Gli obiettivi di Governo

Un primo vertice si è svolto ieri a Palazzo Chigi, alla presenza della premier Giorgia Meloni, del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dei ministri dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e degli Affari Europei Tommaso Foti. L’incontro ha permesso di delineare le misure che confluiranno in un prossimo provvedimento, che però continua a essere rimandato e non sarà discusso immediatamente in Consiglio dei Ministri.

Saranno necessarie almeno un paio di settimane per definire i dettagli e individuare le coperture finanziarie. Tra le questioni da risolvere vi sono il rispetto delle normative europee sugli aiuti di Stato e la ricerca delle risorse necessarie per le coperture.

L’ampliamento della platea del bonus sociale, come già avvenuto in passato, estendendo la soglia Isee a 15mila euro rispetto agli attuali 9.530comporterebbe un costo di circa 1,5 miliardi di euro. Cifra significativa considerando i dibattiti in corso nella maggioranza su altri interventi, come la riduzione dell’Irpef per il ceto medio o una nuova rottamazione fiscale. Di conseguenza, la parola d’ordine è prudenza: nessuna decisione affrettata, ma un’attenta valutazione delle risorse disponibili.

Sul tavolo dei ministri Giorgetti e Pichetto ci sono diverse ipotesi di intervento; una delle principali riguarda l’eliminazione del divario tra il costo del gas sul mercato di riferimento europeo (indice Ttf della Borsa di Amsterdam) e quello sul mercato all’ingrosso italiano (indice Psv), dove il prezzo può risultare anche di 2 euro a megawattora più alto. Questa misura potrebbe tradursi in un immediato calo delle bollette, comprese quelle dell’energia elettrica, il cui costo è in parte legato all’andamento del prezzo del gas.

“Nel 2024 il gas ha generato il 40% dell’energia elettrica, ma il meccanismo europeo stabilisce il prezzo sulla base dell’impianto meno efficiente nel momento di picco nel 70-75% dei casi. Questo sistema, che ci è stato utile quando il gas costava 10-15 euro, ora si sta rivelando un boomerang”, ha spiegato il ministro dell’Ambiente.

Aiuti anche alle imprese

Tra le altre misure in discussione, per sostenere le imprese, vi sono il potenziamento dell’energy release, misura sorella del gas release, che prevede la fornitura di elettricità a prezzi calmierati alle aziende energivore che investono in nuove capacità di generazione da fonti rinnovabili, e la compensazione della tassazione europea Ets sulle emissioni di Co2, che grava sui produttori di energia.

Per sciogliere il nodo sarà necessario un negoziato con Bruxelles per evitare il rischio di violare le rigide normative sugli aiuti di Stato. Proprio per questo motivo alla riunione ha partecipato anche il ministro Foti.

Tra le ipotesi allo studio figura un possibile intervento sugli oneri di sistema, ma la questione delle coperture finanziarie rende questa opzione complessa. Il reperimento delle risorse, infatti, rappresenta il principale ostacolo per le misure a sostegno delle famiglie.

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