Aumenti record per il cacao e il prezzo è destinato a salire ancora

Prezzo del cacao a +170% nel 2024: tra clima, politica e domanda crescente, il cioccolato diventa un lusso con barrette più piccole e prezzi più alti

Pubblicato: 28 Gennaio 2025 07:00

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Nel 2024 il cacao è volato forse un po’ troppo in alto. Le quotazioni internazionali hanno preso il turbo, segnando un più 170% e portando il prezzo della materia prima a un impressionante valore di 11.241 dollari. Per dare una rendicontazione, ha superato anche il Bitcoin.

Questo aumento ha generato un effetto domino su un’intera gamma di prodotti alimentari, travolgendo il settore dolciario e trasformando anche il più semplice cioccolatino in un piccolo lusso quotidiano. Ogni morso, ormai, ha il retrogusto amaro dell’inflazione.

Aumenti nei dolci a base di cacao

I rincari del cacao hanno colpito duramente il settore dolciario, con impatti che si sono fatti sentire soprattutto durante il periodo natalizio. I consumatori hanno dovuto fare i conti con prezzi in crescita per prodotti come panettoni farciti e torroni. L’analisi di Assoutenti rivela che l’industria non è riuscita ad assorbire completamente l’esplosione dei costi. Di conseguenza il prezzo medio di una barretta di cioccolato è salito da 1,26 euro nel 2021 a 1,60 euro nel 2024, registrando un aumento del 27% in soli tre anni.

Confezioni più leggere, prezzi invariati

Oltre all’aumento dei prezzi, si osserva un’altra strategia adottata dai produttori: la riduzione del peso delle barrette. Il classico formato da 100 grammi è sempre meno frequente sugli scaffali, sostituito da versioni più piccole da 75 o addirittura 60 grammi. Questo ridimensionamento, tuttavia, non è stato accompagnato da una diminuzione dei prezzi, lasciando i consumatori a pagare di più per quantità inferiori di prodotto. È il fenomeno della shrinkflation.

Effetto domino su altre materie prime

Non è solo il cacao a spingere verso l’alto i costi al dettaglio. Anche altre materie prime come il caffè, l’olio d’oliva e il burro stanno attraversando un periodo di forte crescita dei prezzi. Le previsioni per il 2025 non lasciano spazio a ottimismo, con impatti previsti su una vasta gamma di beni di largo consumo.

I motivi dell’aumento di prezzo del cacao

Ma come mai c’è stata questa impennata? I motivi diversi. Innanzitutto, la natura non ha avuto pietà delle piantagioni di cacao. I principali produttori mondiali, come Costa d’Avorio e Ghana, sono stati colpiti da condizioni climatiche devastanti. Siccità prolungate e piogge torrenziali, esacerbate dal fenomeno El Niño, hanno mandato in tilt i raccolti, lasciando un vuoto nell’offerta globale e spingendo i prezzi verso l’alto.

Come se non bastasse, il marciume nero e altre malattie hanno decimato le colture, aggiungendo pressione sui coltivatori. Mantenere una produzione stabile è diventato un incubo, tra costi crescenti e lotte contro patologie che sembrano inarrestabili.

Non solo il clima, anche la politica ha messo lo zampino. In alcune regioni produttrici, instabilità politica e conflitti armati hanno frenato le attività agricole e la distribuzione del cacao. A peggiorare il tutto, la svalutazione delle monete locali ha reso il prodotto più caro per chi compra dall’estero, contribuendo al caro prezzi.

Il mondo, come dice Willy Wonka, non sembra sazio di cacao. La domanda di cioccolato continua a crescere, soprattutto nei Paesi emergenti, e non si ferma ai dolci. Il settore cosmetico e quello farmaceutico stanno mettendo sempre più cacao nei loro prodotti, alimentando una richiesta senza freni.

Il cacao è finito anche nel mirino degli investitori, trasformandosi in una pedina della speculazione. Come se non bastasse, le nuove normative europee contro la deforestazione hanno aggiunto un ulteriore ostacolo, obbligando i produttori a rispettare requisiti di tracciabilità più rigidi.

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