Matteo Salvini è finito nuovamente nel mirino delle opposizioni per i pesanti ritardi alla circolazione dei treni di sabato 11 gennaio, ma mentre viene bersagliato da sinistra e isolato da destra, il ministro dei Trasporti cerca tra i vertici di Trenitalia i capri espiatori dell’ennesima giornata di caos ferroviario. Già previsti e rinviati da settimane, i cambi alla guida della compagnia dovrebbero subire adesso un’accelerata entro fine mese, con diverse poltrone destinate a saltare.
Il caos treni
Il blocco della circolazione e le cancellazioni dei treni nel Nord Italia sono iniziate alle 7 del mattino di sabato per un guasto elettrico al nodo di Milano e si sono protratti per oltre 8 ore su buona parte delle linee che collegano il capoluogo lombardo a Genova, Venezia e Bologna, lasciando migliaia di passeggeri in attesa sulle banchine con ritardi fino a 200 minuti.
Annullamenti e sospensioni di diverse tratte hanno avuto ripercussioni anche sulla rete regionale di Trenord e i collegamenti con Roma, fino al ritorno alla normalità annunciato nel pomeriggio da Trenitalia, che aveva nel frattempo garantito il rimborso integrale del prezzo del biglietto per chi ha rinunciato al viaggio.
L’irritazione di Salvini
Mentre Matteo Salvini finiva nella bufera politica tra le accuse dai partiti di opposizione, secondo le ricostruzioni di stampa, ad irritare il ministro sarebbe stata la comunicazione di Trenitalia nelle prime ore del caos, che invitava i viaggiatori a “evitare gli spostamenti“.
Nonostante la difesa del ministero dei Trasporti abbia puntato tutto sulle centinaia di cantieri aperti e i gravi problemi sulla rete ferroviaria ereditati dai governi passati, l’avviso non è piaciuto al titolare del dicastero, che avrebbe deciso di procedere con le sostituzioni già in ballo dallo scorso anno dei vertici della compagnia.
I cambi ai vertici di Trenitalia
Le nuove nomine del Mit erano state concordate con gli alleati prima del dicembre scorso, ma sarebbero state rimandate a causa dei requisiti sulle “quote rosa” previste per legge all’interno del Cda.
Tra i primi profili ad essere tagliati ci sarebbe l’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi, che dovrebbe essere ricollocato in un’altra prestigiosa posizione, come ad di Fs International, la newco che riunisce le società estere del gruppo, attivo dal Regno Unito all’Olanda alla Grecia.
Corradi era stato riconfermato alla guida di Trenitalia, dove risiedeva dal 2020, a maggio del 2023, per volontà dello stesso Salvini.
Il suo posto dovrebbe essere occupato Gianpiero Strisciuglio, incaricato dal vicepremier sempre un anno e mezzo fa come amministratore delegato di Rfi. Il manager dovrebbe essere sostituito dall’attuale ad di Anas, Aldo Isi, nome apprezzato anche dal resto della maggioranza.
Altro spostamento dovrebbe riguardare il presidente della stessa società che gestisce l’infrastruttura ferroviaria, Dario Lo Bosco, destinato a ricoprire l’incarico al vertice di Italferr, la società di ingegneria del gruppo.
Dovrebbe rimanere al suo posto Sabrina De Filippis, unica donna ai vertici del gruppo, che dovrebbe restare a capo di Mercitalia Logistic, e non dovrebbe essere spostato neanche l’ad del Gruppo Fs, Stefano Donnarumma, nominato la scorsa estate.