L’associazione degli utility manager Assium ha analizzato i dati di Arera e ha scoperto che circa 1,2 milioni di famiglie non vulnerabili che sono passate automaticamente dal mercato tutelato dell’energia a quello libero stanno spendendo molto più di prima per le utenze. Le bollette, per queste famiglie, sono aumentate in media del 44% rispetto alle tariffe precedenti e dell’80% rispetto a quanto offerto dal regime a tutele graduali.
Si tratta di una delle conseguenze temute del passaggio al mercato libero. La mancanza di informazione da parte degli utenti comporta spese inutili, che potrebbero essere evitate anche solo con una ricerca su alcuni siti istituzionali.
Gli aumenti in bolletta per il passaggio al mercato libero
A luglio 2024 il mercato tutelato dell’energia elettrica è ufficialmente terminato. A gennaio dello stesso anno però 4,4 milioni di famiglie non vulnerabili non avevano ancora scelto un operatore del mercato libero. Per evitare una migrazione di massa automatica, che avrebbe comportato spese altissime, l’Arera ha istituito le tutele graduali, un sistema per accompagnare gli utenti verso il mercato libero.
Il passaggio alle tutele graduali era automatico, ma ben 1.230.970 famiglie hanno deciso di uscire definitivamente dalla tutela ed entrare nel mercato libero volontariamente. Le loro scelte però non si sono dimostrate oculate. In media, queste persone stanno oggi spendendo il 44% in più di coloro che sono rimasti nel mercato tutelato (solo i vulnerabili a gennaio 2025) e ben l’80% in più dei 3,2 milioni di famiglie che sono passate automaticamente alle tutele graduali.
Si tratta di aumenti significativi: 432 euro in media all’anno per chi ha scelto la tariffa variabile, 402 euro per chi invece ha preferito quella fissa. Per queste utenze la bolletta media dell’elettricità è tra i 945 euro e i 972 euro all’anno, contro quelle da circa 540 delle tutele graduali.
Come evitare gli aumenti uscendo dal mercato tutelato
Il mercato libero in realtà è più conveniente sia di quello tutelato che delle tutele graduali. Non ha infatti senso confrontare le cifre medie, dato che ogni utente potrebbe scegliere l’offerta più conveniente a disposizione. La media delle famiglie passate al mercato libero nel 2024 uscendo dalle tutele graduali spende 35 centesimi al kilowattora. Quelli rimasti nelle tutele graduali 20 centesimi. Sul mercato libero esistono diverse offerte sotto i 15 centesimi.
Il principale problema che porta a questi aumenti di spesa è la mancanza di informazione degli utenti. Dopo decenni in regime di monopolio di Stato, gli italiani non hanno l’abitudine né a scegliere il loro gestore dell’energia elettrica né a cambiarlo in caso l’offerta non si dimostri soddisfacente. Operano quindi scelte non informate che, come dimostrato dall’analisi di Assium, possono costare ance 400 euro all’anno.
La concorrenza nel settore dei servizi ha però già dimostrato di avere il potenziale di abbassare i prezzi in Italia. Il mercato telefonico italiano, da quando è stato liberalizzato, ha fatto emergere una competizione molto accesa tra le aziende che ha portato ad alcuni dei prezzi più bassi d’Europa.