Banco Bpm, Crédit Agricole sale al 15%. E intanto il gruppo italiano valuta il da farsi

Banco Bpm, assistito dagli advisor Lazard e Citi, non ha convocato il consiglio di amministrazione né ha anticipato quello già in calendario il 17 dicembre

Pubblicato: 7 Dicembre 2024 18:50

Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Con un’operazione che ha sorpreso gli osservatori di mercato, Crédit Agricole ha incrementato la propria presenza nel panorama bancario italiano, rilevando una quota del 5,2% del capitale di Banco Bpm.

Con questa mossa, la ‘Banque verte’ è salita fino al 15,1% di piazza Meda e non intende fermarsi. Il gruppo francese, infatti, ha formalmente richiesto alle autorità competenti l’autorizzazione ad aumentare la propria partecipazione in Banco Bpm fino al 19,99% del capitale sociale, escludendo tuttavia l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica di acquisto (Opa).

La battaglia su Banco Bpm

La notizia, anticipata da Repubblica, di una telefonata tra il numero uno francese Philippe Brassac e il suo omologo Giuseppe Castagna, ha confermato l’intensificarsi della competizione per il controllo di Piazza Meda. Crédit Agricole, che ha già aumentato la propria partecipazione al 15,1%, ha infatti comunicato l’intenzione di salire fino al 19,99% del capitale, senza però avviare un’Opa.

In questo scenario, UniCredit rimane l’unico potenziale acquirente di una quota di controllo della banca. Il 25 novembre, il gruppo guidato da Andrea Orcel ha presentato un’offerta da 10 miliardi di euro per acquisire Banco Bpm.  Poche ore dopo, era arrivata la dura la replica del Consiglio di Amministrazione del Banco,  secondo cui UniCredit stava “sottovalutando il reale valore della banca, le capacità del management, la storia di successo dell’istituto e le prospettive future, oltre a creare forte preoccupazione per i riflessi occupazionali e sociali”.

E se da Piazza Gae Aulenti non trapela nulla sull’ultima mossa dei francesi, gli investitori continuano a puntare su un rilancio dell’offerta di UniCredit. La chiusura di Banco Bpm a 7,51 euro e del gruppo di Orcel a 39,21 euro a Piazza Affari implica un rapporto di concambio di 0,191 azioni UniCredit per ogni azione del banco, superiore al rapporto di 0,175 offerto nell’operazione di fusione.

La decisione di Crédit Agricole è frutto di un’attenta valutazione strategica maturata dopo intensi colloqui. Come sottolineato dalla banca francese, questa mossa non mira a una competizione diretta con l’offerta di UniCredit, ma piuttosto a consolidare la propria posizione in attesa degli sviluppi futuri.

L’operazione è “coerente con la strategia di investitore e partner di lungo periodo del Banco Bpm”, in quanto “rafforza le solide partnership industriali nel consumer finance e nelle assicurazioni danni, protezione della persona e protezione dei creditori”, ha sottolineato Crédit Agricole, che ha definito il banco “un solido business ‘franchise’ con prospettive finanziarie positive”.

Banco Bpm attende: nessun consiglio straordinario

La crescente presenza di Crédit Agricole nel capitale di Banco Bpm aumenta la complessità dello scenario competitivo, in cui si inserisce l’offerta pubblica di scambio lanciata da UniCredit. Per questo, il Banco sta riflettendo sulle prossime mosse nell’ottica di difendere i suoi interessi.

Assistito da Lazard e Citi, Bpm non ha ancora preso decisioni definitive in merito all’offerta di UniCredit. Il consiglio di amministrazione, previsto per il 17 dicembre, potrebbe essere anticipato qualora si rendesse necessario definire una strategia difensiva. In tal caso, verrebbe convocata l’assemblea degli azionisti per ottenere l’approvazione dei soci.

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