Mosca – che non ha alcuna intenzione di restare completamente sguarnita sul versante dei pagamenti con l’estero – guarda alla Cina.
Blocco Swift, Mosca guarda alla Cina
Dopo l’estromissione dallo Swift – il sistema globale di messaggistica per le banche – parte del pacchetto di sanzioni imposte dai Paesi Occidentali a seguito dell’invasione illegale dell’Ucraina. , le banche russe si avvicinano al Cross-Border Interbank Payment System (CIPS), il sistema di pagamento sviluppato nel 2015 dalla Cina, utilizzato principalmente per regolare i crediti internazionali in yuan e i commerci legati alla Belt and Road Initiative che ha, ovviamente, un raggio di azione decisamente più ridotto rispetto a Swift.
Tradotto: CIPS ha ancora davanti a sé molta strada, prima di diventare concorrente di peso ma è, certamente, in una fase di espansione. Secondo il quotidiano statale Jiefang Daily, il sistema cinese ha elaborato circa 80 trilioni di yuan (12,68 trilioni di dollari) nel 2021 (+75% su base annua).
CIPS alternativa a SWIFT?
Ovviamente, prima bisognerà fare i conti con la cautela delle istituzioni finanziarie cinesi nel fornire servizi finanziari alle società e ai privati russi per evitare di finire nel perimetro delle sanzioni.
Intanto, nell’analisi del responsabile della ricerca sul reddito fisso di Citic Securities, Ming Ming si legge che “lo yuan digitale, attualmente in fase di sperimentazione e destinato principalmente all’uso al dettaglio domestico, potrebbe essere potenzialmente utilizzato per accordi commerciali e questo sarebbe indipendente dal sistema Swift”.
Nella giornata di ieri Swift, ha comunicato di stare parlando con “le autorità per capire quali entità saranno soggette a queste nuove misure“, in modo da disconnetterle “una volta che avremo ricevuto istruzioni legali in tal senso”.
In un comunicato pubblicato sul sito della società finanziaria, viene evidenziato che Swift è “a conoscenza della dichiarazione congiunta dei leader di Commissione Europea, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti che esprimono la loro intenzione di attuare nuove misure per limitare l’accesso di alcune banche russe ai nostri servizi di messaggistica finanziaria”. “Le decisioni diplomatiche hanno portato SWIFT a compiere sforzi per porre fine a questa crisi e rispetteremo sempre le leggi sulle sanzioni applicabili“, viene sottolineato.
Il rischio Cina
Tuttavia Mosca non può permettersi di schiacciarsi troppo sulla Cina, né sul piano finanziario né dal punto di vista degli sbocchi commerciali per il proprio gas. Perché a quel punto la Russia finirebbe per diventare poco più che una provincia cinese, in totale controtendenza rispetto alle velleità di allargamento di Putin.
Commissione UE valuta lista banche escluse
Intanto, l‘Ue continua a studiare il perimetro dell‘esclusione. Nella proposta compaiono 7 banche russe, fra le quali non figura Gazprombank, la finanziaria del colosso energetico che cura le transazioni collegate alle forniture di gas. Questo consentirebbe quindi di risolvere i problemi legati alle forniture di vari paesi europei fra cui l’Italia e la Germania.
Fra gli Istituti esclusi da SWIFT, il sistema internazionale dove transitano le informazioni relative ai pagamenti transfrontalieri, vi sarebbe invece VTB Bank, uno dei maggiori istituti russi con filiali in tutto il mondo.