Un emendamento alla Manovra prevede che da aprile 2025 si attivi l’addizionale comunale in relazione ai diritti d’imbarco dei passeggeri. Ciò vale esclusivamente per i voli extra Unione europea. Una misura che non riguarderà però tutti gli aeroporti nazionali in maniera indiscriminata. Lo sguardo sarà infatti rivolto unicamente a quelli che fanno registrare un traffico annuale superiore ai 10 milioni di passeggeri.
Nuova tassa e utilizzo
Come sempre, sul finire dell’anno sono due i temi caldissimi che vengono ampiamente trattati. Da una parte abbiamo la Manovra, che il governo di Giorgia Meloni sta tentando di “portare a casa” entro il limite temporale massimo, e dall’altra il costo dei voli.
In qualche modo l’emendamento di cui sopra riesce a fondere i due topic. È stata ovviamente presentata una relazione tecnica in allegato, che evidenzia come saranno coinvolti sei scali aeroportuali, ovvero i più grandi d’Italia.
Come detto, la misura partirà da aprile 2025, il che vuol dire che per il prossimo anno i ricavi stimati saranno “leggermente” al di sotto di quello che verrà garantito in seguito. Nello specifico si parla di 5,33 milioni di euro per nove mesi di addizionale, sulla base di un aumento di 0,50 centesimi d’euro. La cifra salirà a 8 milioni di euro per il 2026, considerando i 12 mesi coperti in toto.
Fondi che dovranno essere sfruttati in maniera precisa, secondo dettami ben definiti. Le somme ottenute dai Comuni dovranno infatti contribuire a finanziare opere di sviluppo urbano, infrastrutture ed edilizia. L’obiettivo ultimo dovrà essere quello di migliorare la qualità dei servizi nelle aree circostanti gli aeroporti coinvolti, così come le strutture.
Aeroporti coinvolti
Nel documento allegato all’emendamento in Manovra si legge come siano stati selezionati sei scali aeroportuali, come detto. È stata infatti ottenuta una stima dei passeggeri annuali, sulla base dei dati connessi al traffico areo passeggeri.
A essere precisi, però, gli aeroporti di Bologna e Milano Linate sarebbero stati da escludere. Il motivo? Nel 2023 hanno infatti totalizzato un numero di passeggeri di poco inferiore ai 10 milioni. Si è deciso però di aggiungerli all’elenco per un semplice motivo. L’analisi dei dati del 2024, fino al mese di ottobre, spinge a ritenere con generale convinzione che nel corrente anno la soglia verrà superata.
Il numero complessivo di passeggeri calcolato è di circa 136,6 milioni, con riferimento tanto alle partenze quanto agli arrivi. L’analisi Enav per l’anno 2023 ha poi condotto a una stima sull’incidenza dei viaggiatori, da e verso destinazioni extra-Ue. È pari al 23,36%: “Applicando tale peso al dato dei passeggeri sopra indicato, si determina un maggior gettito annuo derivante dall’incremento dell’addizionale sui diritti di imbarco di circa 8 milioni di euro”.
Sarà il Mit, al fianco del ministero dell’Interno e il Mef, a emanare le precise modalità di attuazione delle disposizioni, entro il 15 marzo 2025, con riferimento particolare alla “riscossione, al riparto in favore degli enti interessati e al riversamento”.