L’agenzia di rating Moody’s sancisce lo stop dell’Italia, crescita sotto l’1%

L'Italia cresce meno del previsto e secondo Moody's, per mantenere gli impegni di bilancio sarà necessario un ampio aggiustamento fiscale

Pubblicato: 23 Novembre 2024 09:47

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’agenzia di rating Moody’s ha analizzato la situazione economica e di bilancio dell’Italia, confermando che, per i 2024, il nostro Paese non riuscirà a raggiungere gli obiettivi che il Governo si era posto. La crescita economica rimarrà sotto l’1%, vicina allo 0,8%, un dato che comporterà un aggiustamento fiscale, in termini di taglio delle spese o aumento delle tasse, per mantenere la stabilità dei conti pubblici.

Il principale interesse di Moody’s è però il debito pubblico. In quanto agenzia di rating, la società dà un voto alla qualità dei titoli di Stato di tutti i Paesi, Italia inclusa, e per il momento il nostro Paese rimane Baa3 con outlook stabile. Il deficit calerà al 4,6% ma il debito continuerà a salire, mentre le risorse del Pnrr stanno diventando sempre più difficili da spendere.

Moody’s conferma: l’Italia non cresce come previsto

L’agenzia di rating Moody’s ha diffuso una breve analisi sull’economia italiana: “Tassi di interessi elevati e un potenziale di crescita di circa lo 0,8% richiederanno un ampio aggiustamento fiscale per raggiungere e mantenere avanzi primari in grado di stabilizzare il debito. In un contesto di tassi di interesse più elevati, l’aumento del potenziale di crescita e gli avanzi primari saranno fondamentali per evitare un significativo aumento del debito” recita il comunicato.

Questo significa che, come già mostrato da altri dati, il nostro Paese non riuscirà a raggiungere gli obiettivi di crescita fissati dal Governo all’1% nel 2024. Questo comporterà un deficit, cioè una differenza tra entrate e uscite dello Stato in percentuale sul Pil, peggiore del previsto anche se in calo al 4,6%.

Il Governo ha preso impegni con l’Ue per ridurre prima il deficit e poi il debito pubblico. A questo servono gli avanzi primari, le maggiori entrate rispetto alle spese, nei prossimi anni. Per generare queste entrate l’esecutivo ha due opzioni: o tagliare le uscite, oppure aumentare le tasse. Secondo Moody’s l’Italia sarà costretta a una delle due scelte proprio a causa della crescita troppo bassa.

Uno dei dati fondamentali per calcolare la salute dei conti pubblici è il rapporto tra deficit e Pil. Se il Pil non aumenta come previsto, sarà quindi il deficit a dover diminuire per far calare questo dato.

Il problema del Pnrr

Uno dei motivi principali che Moody’s individua per la mancata crescita italiana è la difficoltà a spendere i fondi del Pnrr: “Prevediamo che la settima tranche sarà richiesta entro la fine del 2024. Tuttavia la spesa di queste risorse è stata inferiore al previsto e la spesa totale dei fondi disponibili entro la fine del 2026 sarà impegnativa” dichiara il comunicato dell’agenzia di rating.

Senza crescita non sarà possibile raggiungere i risultati sperati nella riduzione del debito pubblico, che continuerà a crescere. Arriverà al 139,7% del Pil nel 2024, per calare soltanto nel 2027 quando avrà già toccato il 143% del Pil. La riduzione del deficit prevista dall’esecutivo, al 3,5% nel 2025 e al 3% nel 2026, è troppo lenta secondo Moody’s e andrebbe accelerata. L’agenzia di rating ha anche tenuto a specificare che questa analisi non è un’indicazione sulle prossime decisioni che riguarderanno il vero e proprio rating dei titoli di Stato italiani.

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