Oltre 10 dopo i funerali di Stato tributati a Silvio Berlusconi, il suo testamento è ancora sigillato. L’apertura delle ultime volontà del Cavaliere, ipotizzata in un primo momento a fine giugno, è stata rinviata probabilmente a inizio luglio, ma una data certa non è ancora stata resa pubblica. Dalle ville alle società, dalle quote Finivest alle opere d’arte, le questioni da risolvere rimangono ancora sul tavolo.
Le pratiche sull’apertura del testamento
Al lavoro sul disbrigo delle pratiche per l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi c’è il notaio Arrigo Roveda, dello studio Rlcd di Milano, storico riferimento professionale del gruppo e della famiglia, che in passato si è occupato, per esempio, degli aspetti legali dell’istituzione di Forza Italia e del divorzio con Veronica Lario.
Insieme Michele Carpinelli, noto avvocato d’affari e al ragionier Giuseppe Spinelli, tra i più fidati professionisti di Berlusconi in materia burocratica e di legge, sarebbero i depositari della ricca e ramificata eredità patrimoniale e morale del Cavaliere.
Le questioni in sospeso
Gli interrogativi sul testamento di Silvio Berlusconi girano tutti attorno al destino della quota di controllo della Finivest, detenuta dal Cavaliere. L’ex presidente del Consiglio possedeva il 61,21% delle azioni della holding di famiglia mentre il resto era diviso tra i figli, con quote di circa il 7%.
Della quota di Silvio Berlusconi, due terzi, circa il 40%, va ripartito in automatico ai cinque eredi con l’8% a testa: Eleonora, Barbara e Luigi arriverebbero a totalizzare il 46%, mentre Marina e Piersilvio andrebbero insieme a possedere il 32%. Non avendo coniugi alla sua morte, il Cavaliere aveva il diritto di disporre di un terzo delle sue azioni Fininvest, dunque quasi il 20%, che non si sa ancora a chi andrà.
Dalla holding, che controlla il 49,5% delle azioni di Mfe-Mediaset ,il 51% di Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum, hanno fatto sapere ufficialmente che non ci saranno stravolgimenti indipendentemente da cosa verrà fuori dal testamento e che gli assetti rimarranno quelli attuali.
È verosimile dunque che i figli più grandi mantengano il controllo di Fininvest, di cui sono da anni ai vertici, tramite la quota di minoranza, mentre i tre nati dal secondo matrimonio dovrebbero restare nei ruoli laterali che ricoprono da sempre.
Le azioni della finanziaria di famiglia possedute dall’ex premier dovrebbero valere 3 dei 4 miliardi di euro totali del suo lascito. Poi ci sarebbe da ripartire tutto il resto del patrimonio, tra ville, appartamenti, arredi, opere d’arte e oggetti preziosi che tutti insieme dovrebbero ammontare fino a 700 milioni di euro.
Il complesso delle proprietà immobiliari sarebbe stimato a bilancio in 412 milioni di euro, ma il valore di mercato potrebbe anche essere superiore, e comprende tra le 19 residenze la celebre villa San Martino di Arcore, villa Belvedere a Macherio, villa Certosa a Porto Rotondo, villa Comalcione sul Lago di Como, villa Campari sul Lago Maggiore, e poi tante altre residenze di lusso a Antigua, Cannes, Lampedusa ecc…
Una di queste dovrebbe andare alla compagna Marta Fascina, secondo alcune indiscrezioni forse villa San Martino dove sarebbe già residente, e la deputata di Forza Italia dovrebbe ricevere anche un generoso assegno in denaro, tra i 50 e i 100 milioni di euro (qui le ipotesi su come potrebbe essere divisa l’eredità di Berlusconi).
Per scoprirlo la compagna come i figli dovranno aspettare qualche altro giorno, verosimilmente prima del 4 luglio, data in cui è in programma la consueta presentazione dei palinsesti televisivi di Mfe-Mediaset, occasione in cui il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi, di cui abbiamo parlato qui, fa anche il punto sulle prospettive della società (qui le ipotesi sul futuro di Mediaset).