Secondo un rapporto diffuso lunedì 25 aprile 2022 dal centro di ricerca Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), la spesa militare mondiale, aumentata per il settimo anno consecutivo dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, ha raggiunto il massimo storico. È la cifra più alta registrata da sempre, che ha superato persino gli investimenti economici destinati a far fronte all’emergenza Covid.
A quanto ammonta la spesa militare mondiale
I soldi da destinare al settore bellico sono iniziati ad aumentare già nel 2021, quando la Russia ha continuato a rafforzare le sue forze armate prima dell’invasione dell’Ucraina. Nonostante il periodo di crisi economica scatenata dall’emergenza Covid, molti Paesi hanno comunque trovato i soldi per rafforzare i loro arsenali lo scorso anno, con un aumento della spesa militare globale dello 0,7%, pari a 2113 miliardi di dollari (più di 2mila miliardi di euro).
Paradossalmente, ha spiegato il dottor Diego Lopes da Silva, ricercatore senior presso il programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri: “C’è stato un rallentamento del tasso di crescita in termini reali a causa dell’inflazione. In termini nominali, tuttavia, la spesa militare è cresciuta del 6,1 per cento”, registrando il massimo storico e raggiungendo la cifra record di 2,1 trilioni di dollari nel 2021.
Come se non bastasse, secondo i ricercatori, si tratta di numeri destinati a crescere ancora di più in Europa, e questo per via delle continue minacce di Putin, che sta spingendo sempre più potenze – Ue e non – ad armarsi.
Aumenta la spesa militare, ma quali sono i Paesi che stanno spendendo di più?
Non solo armi e potenziamento dell’esercito. Gli Stati Uniti, per esempio, si sono concentrati sulla ricerca e lo sviluppo militare. La spesa militare statunitense è stata di 801 miliardi di dollari nel 2021, con un calo dell’1,4% rispetto al 2020. Il carico militare Usa è leggermente diminuito dal 3,7% del Pil nel 2020 al 3,5% nel 2021, ma – considerati gli ultimi sviluppi geopolitici e gli impegni presi dal presidente Biden – probabilmente questa tendenza verrà invertita, con un aumento degli investimenti nel settore.
“L’aumento della spesa in ricerca e sviluppo nel decennio 2012-21 suggerisce che gli Stati Uniti si stanno concentrando maggiormente sulle tecnologie di prossima generazione”, ha affermato Alexandra Marksteiner, ricercatrice del programma di spesa militare e produzione di armi del SIPRI. “Il governo degli Stati Uniti ha ripetutamente sottolineato la necessità di preservare il vantaggio tecnologico dell’esercito americano rispetto ai concorrenti strategici” ma, nonostante la tendenza al risparmio dell’ultimo anno, l’America risulta comunque tra i Paesi che hanno speso di più per il settore bellico nel 2021. Nello specifico, tra questi si distinguono:
- Stati Uniti;
- Cina;
- India;
- Regno Unito;
- Russia.
Basti pensare che queste potenze rappresentano insieme il 62% della spesa globale, secondo il Sipri.
Come Putin si è preparato alla guerra
Dando un’occhiata agli investimenti nel settore militare effettuati nel 2021 da Vladimir Putin, emerge un chiaro segnale: è da un anno (ma anche di più) che la Russia si prepara alla guerra. Il Cremlino ha infatti aumentato le sue spese militari del 2,9% nel 2021, a 65,9 miliardi di dollari (più di 62 miliardi di euro), proprio nel momento in cui stava rafforzando le sue forze lungo il confine ucraino. Ed è stato il terzo anno consecutivo di crescita, con la spesa militare che ha raggiunto il 4,1% del Pil nel 2021.
“Le entrate elevate di petrolio e gas hanno aiutato la Russia ad aumentare la sua spesa militare nel 2021. La spesa militare russa è diminuita tra il 2016 e il 2019 a causa dei bassi prezzi dell’energia combinati con le sanzioni in risposta all’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014″, ha affermato Lucie Béraud-Sudreau, direttore del Programma Spese Militari e Produzione di Armi del Sipri.
I bilanci per i piani di “difesa nazionale”, che rappresentano circa i tre quarti della spesa militare totale della Russia, comprendono i finanziamenti per i costi operativi e l’approvvigionamento di armi (e non a caso sono cresciuti lo scorso anno). In totale sono stati spesi 48,4 miliardi di dollari (quasi 46 miliardi di euro), corrispondenti al 14% in più rispetto a quanto previsto alla fine del 2020.