Il generale dell’Esercito italiano ed europarlamentare della Lega Roberto Vannacci è indagato per falso ideologico in atto pubblico. La vicenda riguarderebbe alcuni presunti rimborsi illeciti che risalirebbero al periodo in cui era stanziato presso l’ambasciata italiana in Russia. Vannacci avrebbe percepito rimborsi per cene mai organizzate e sarebbero presenti altre irregolarità nei suoi resoconti.
Questo stesso comportamento da parte del generale Vannacci aveva già attirato l’attenzione della procura militare a febbraio. Le due inchieste potranno andare avanti in maniera parallela dato che l’Esercito contesta all’europarlamentare l’accusa di truffa, considerata più grave di quella di falso ideologico in atto pubblico di cui è accusato in ambito civile.
Le accuse della procura al generale Vannacci
La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il generale dell’Esercito ed europarlamentare della Lega Roberto Vannacci. L’accusa è quella di falso ideologico in atto pubblico, per aver percepito alcuni rimborsi per eventi che, secondo l’accusa, non sarebbero mai stati organizzati. Lo riporta Il Fatto Quotidiano. I fatti risalgono a quando il generale era parte del personale militare dell’ambasciata italiana in Russia.
L’indagine su Vannacci sarebbe partita dopo un’ispezione della procura di Roma presso il ministero della Difesa. Oltre agli eventi che non sarebbero mai stati organizzati, Vannacci potrebbe aver ricevuto indebitamente anche un’indennità di servizio per i familiari. Sotto l’attenzione dei giudici anche l’utilizzo dal parte del generale di un’auto di marca Bmw di servizio, per la quale sarebbero state rendicontate spese mai sostenute.
Vannacci è stato da poco eletto tra le file della Lega come europarlamentare. Il suo ruolo prevede quindi, come accade per buona parte dei politici eletti, l’immunità. In caso venisse incriminato e finisse a processo quindi, la procura dovrebbe richiedere al Parlamento europeo l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti. Si tratta comunque di una fase successiva dell’indagine, che non si è ancora conclusa.
L’indagine della procura militare e la difesa di Vannacci
Non è la prima volta che Vannacci viene indagato per il suo comportamento mentre era parte del contingente militare dell’ambasciata italiana in Russia tra il 2021 e il 2022. A febbraio infatti era stata la procura militare a indagare sul suo comportamento. Le accuse in questo caso erano però più gravi di quelle ipotizzate dalla procura di Roma: truffa e peculato, cioè appropriazione indebita di denaro pubblico.
Secondo quanto scritto nell’articolo 13 del codice di procedura penale italiano, due inchieste, una civile e una militare, possono procedere per lo stesso reato se l’ipotesi della seconda è più grave di quella della prima. È questo il caso per Vannacci, che quindi sarà indagato contemporaneamente da entrambe le procure.
“Non abbiamo notizia formale della chiusura dell’inchiesta amministrativa militare, ma possiamo affermare che le accuse a suo tempo apparse sulla stampa erano infondate e che i fatti sono stati già chiariti con il ministero nel corso dell’interlocuzione amministrativa” ha dichiarato Giorgio Carta, avvocato che si occupa della difesa di Vannacci.
“Abbiamo fornito le opportune informazioni e, documenti alla mano, abbiamo dimostrato che tutte le irregolarità di cui si era parlato nella stampa non erano tali. Per il resto non abbiamo ricevuto alcuna notifica formale da parte della Procura militare né da quella ordinaria, quindi nemmeno conosciamo quali sarebbero le condotte eventualmente ancora contestate” ha concluso l’avvocato.