Università, i 10 atenei finiti sotto inchiesta per truffe su lauree false e abilitazioni rapide

Queste università avrebbero garantito titoli e abilitazioni con procedure veloci e senza le autorizzazioni per rilasciarli. Dove sono le sedi

Pubblicato: 4 Settembre 2024 10:45

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Dieci università sono oggetto di un’indagine da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca. Si tratta prevalentemente di istituti telematici e tutti privati, che, secondo segnalazioni raccolte dalla scorsa primavera e inviate alle procure locali, offrirebbero titoli e abilitazioni agli iscritti attraverso procedure rapide e ormai fuori controllo.

Le università coinvolte

Sono dieci le università coinvolte negli esposti presentati. Tra queste figurano:

Le segnalazioni alle procure riportano la dicitura: “Istituzione operante sul territorio italiano priva di idoneo accreditamento/riconoscimento al rilascio di titoli accademici”. Non si tratta solo di istituti telematici, ma anche di realtà che miravano a operare in presenza, per le quali esisteva già il sospetto di frode.

L’Università degli Studi UnideMontaigne dichiara sul proprio sito di essere registrata all’anagrafe nazionale, ma tale registrazione non è sufficiente per ottenere l’accreditamento come istituzione universitaria. Koinè Europe+ di Lecce, invece, segnala l’esistenza di un centro simile in Sicilia, precisando che, nonostante condividano lo stesso nome, non c’è alcun legame tra loro. I dirigenti assicurano che i corsi del Koinè originale sono offerti direttamente dall’Università eCampus di Novedrate tramite il polo di studio Rende consorzio Training Services.

Il meccanismo delle lauree false

La situazione nel mondo universitario e quella relativa ai titoli accademici per l’abilitazione all’insegnamento richiedono un’attenzione particolare. In merito a questo, la Flc-Cgil ha pubblicato ieri una nota in cui denuncia un “mercato dei crediti e dei titoli di studio dominato da alcune università, soprattutto telematiche, e da associazioni formative poco affidabili“. Il sindacato accusa i ministeri dell’Istruzione e dell’Università di non aver garantito un sistema di formazione iniziale per i docenti efficace e di qualità.

Inoltre, il sindacato ha segnalato che è possibile ottenere certificazioni linguistiche e specializzazioni all’estero per una cifra di circa 7.500 euro, senza dover affrontare selezioni, tirocini o esami finali. Un operatore di una di queste università ha confermato a un aspirante docente che non è nemmeno necessario compilare un questionario online per ottenere questi titoli.

Un esempio che porta il sindacato è l’Università Telematica Link (al momento non nell’elenco delle università coinvolte), che promuove percorsi abilitanti online da 30 Crediti Formativi per la scuola secondaria, con una durata di soli 17 giorni. Tuttavia, per legge, un docente dovrebbe dedicare 750 ore a tali corsi, mentre 17 giorni corrispondono a sole 384 ore. Il costo di questo percorso proposto da Link è di duemila euro.

Le difficoltà nel mondo universitario

La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha confermato gli esposti presentati alle procure: “Non abbiamo potere di inchiesta, ma abbiamo il dovere di controllo e segnalazione – ha dichiarato Bernini – Abbiamo inoltrato esposti alla Procura della Repubblica per tutte le università di cui non riconoscevamo l’autenticità. Il nostro compito è accreditare e riconoscere. Laddove mancano accreditamenti e riconoscimenti, c’è il rischio che studenti e famiglie siano vittime di truffe. Per questo, presentiamo esposti per garantire che il diritto allo studio sia correttamente tutelato dalle università legittime”.

Nel frattempo, le università tradizionali affrontano crescenti difficoltà, aggravate dal problema degli affitti elevati e dalla carenza di fondi. Al contrario, le università telematiche sono in forte espansione, registrando negli ultimi dieci anni un aumento del 410% degli iscritti, superando i 224mila in totale.

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