Appalti truccati: questa l’ipotesi di reato che ha portato la Procura di Palermo a chiedere l’arresto di Salvatore Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana e attuale segretario nazionale della Democrazia Cristiana.
In totale, la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Oltre a quello di Totò Cuffaro, l’altro nome di spicco della politica è quello del parlamentare di Noi Moderati Saverio Romano. I due saranno sentiti dal gip il 14 novembre.
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Le accuse a Salvatore Cuffaro
I pm ipotizzano un comitato di affari occulto in grado di “infiltrarsi e incidere sulle attività di indirizzo politico-amministrativo della Regione Sicilia e catalizzare il consenso elettorale del maggior numero di cittadini”. Al centro di questo comitato ci sarebbe stato Cuffaro il quale, sfruttando la sua influenza e la sua rete di relazioni, sarebbe stato in grado di orientare il comportamento di altri soggetti.
“Stamani mi hanno notificato un avviso di garanzia e hanno effettuato perquisizioni nella mia abitazione e in ufficio. Ho fornito ai carabinieri la massima collaborazione e sono sereno, rispetto ai fatti che mi sono stati contestati, per alcuni dei quali non conosco né le vicende né le persone. Sono fiducioso nel lavoro degli organi inquirenti e pronto a chiarire la mia posizione”, ha confermato Totò Cuffaro, come riporta l’Ansa.
Dopo l’interrogatorio, il gip deciderà se accogliere la richiesta di domiciliari avanzata per Cuffaro e gli altri. Per Romano, in quanto deputato, l’iter prevede la richiesta di autorizzazione al Parlamento.
I carabinieri del Ros hanno effettuato perquisizioni su ordine dei pm, “disposte per evitare la dispersione delle prove a seguito della discovery delle indagini imposta dall’invito a rendere interrogatorio preventivo a seguito della richiesta di applicazione di misura cautelare”, come si legge in una nota della Procura.
Salvatore Cuffaro è stato condannato in via definitiva a 7 anni per favoreggiamento aggravato dall’agevolazione di Cosa nostra, finendo per scontare 4 anni e 11 mesi e lasciando il carcere nel 2015. Scontata la pena, Cuffaro è tornato all’antico amore: la politica. Nel 2022 il tribunale di sorveglianza di Palermo gli ha concesso la riabilitazione, anche in considerazione della sua attività di volontariato e delle nette dichiarazioni espresse contro la mafia (“la mafia è una cosa che fa schifo”).
Negli anni ruggenti del famoso 61-0, Cuffaro era soprannominato “vasa vasa” (“bacia bacia”) per la sua instancabile giovialità e l’abitudine di distribuire a chiunque il doppio bacio sulla guancia, secondo l’usanza siciliana: era destinatario di un sonoro doppio bacio il semplice cittadino incrociato a un comizio così come il collega politico. Nel 2021, lo si ricorda, alle elezioni regionali siciliane la coalizione di centrodestra di cui Totò Cuffaro era esponente di spicco ottenne una vittoria schiacciante, conquistando 61 seggi su 61 disponibili all’Assemblea Regionale Siciliana. La coalizione di centrosinistra non riuscì a eleggere nemmeno un rappresentante.
Cosa si contesta a Saverio Romano
Saverio Romano è l’ex ministro dell’Agricoltura del Governo Berlusconi. È originario di Belmonte Mezzagno, piccolo centro alle porte di Palermo.
Saverio Romano ha utilizzato i social per pubblicare l’atto inviatogli dalla Procura e per commentare le accuse. Come detto da lui stesso, gli si contesta di “avere accettato una promessa di assunzioni, contratti, subappalti e altri vantaggi patrimoniali da un’azienda che avrebbe dovuto aggiudicarsi una gara all’Asp di Siracusa“. Relativamente alla vicenda, ha aggiunto Romano, “non ho mai chiesto nulla a nessuno e mai me ne sono occupato”.
Chi sono i 18 indagati
Gli indagati per sospetti appalti truccati per cui la Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari sono: Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Mario Caltagirone, l’ex manager dell’azienda ospedaliera Villa Sofia Roberto Colletti, l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, Marco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Carmelo Pace, capogruppo all’Assemblea regionale Siciliana della Democrazia Cristiana, l’ex braccio destro di Cuffaro Vito Raso, il deputato di Noi Moderati ed ex ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, Paolo Emilio Russo, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro.