Mercato nero online, scoperta evasione per 1,3 miliardi: 850 aziende coinvolte

Più di 300 milioni di euro sottratti al Fisco grazie a operazioni online: ecco il caso storico svelato dalla Guardia di Finanza

Pubblicato: 6 Agosto 2024 12:51

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il mondo della compravendita online è sempre sotto costante controllo da parte della Guardia di Finanza. Il riferimento non è ovviamente alle piccole operazioni, bensì a quelle colossali, in grado di muovere ingenti quantitativi di denaro, non sempre dichiarati. L’ultimo caso giunge da Pescara, dove gli agenti delle fiamme gialle sono riusciti a concretizzare un’operazione che non ha precedenti, almeno in Italia, nel settore dell’e-commerce.

Un miliardo in nero online

Cos’è accaduto a Pescara di così clamoroso? Si può dire come sia stato scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. Le informazioni in esso contenute coinvolgono più di 850 operatori economici. Un vero e proprio scandalo truffaldino che ha dell’incredibile. Tutti coinvolti in un sistema collaudato di vendite irregolari online.

Una vasta indagine che coinvolge soprattutto nomi stranieri, ma non solo. La Guardia di Finanza è così riuscita a svelare un giro d’affari che supera il miliardo di euro di fatturato, totalmente in nero e, dunque, non dichiarato. Un sottobosco di trattative su scala internazionale, che ha comportato una sottrazione ingente alle casse del Fisco e, dunque, dello Stato.

Si tratta di una vittoria molto importante, considerando la generale difficoltà nel riuscire a contrastare le transazioni illegali online. Basti pensare a ciò che accade costantemente sul fronte della pirateria, con il Piracy Shield ad oggi risultato inutile nel contrastare una rete avanzata, ben sviluppata e radicata, in Italia e non solo.

Nello specifico, il business svelato vanterebbe un volume d’affari pari a 1,3 miliardi di euro. Una cifra incredibilmente elevata, di cui più del 47% non è stato dichiarato all’erario italiano. In termini pratici, l’Agenzia delle Entrate ha subito un ammanco pari a quasi 300 milioni di euro in termini di Iva non versata.

L’indagine

Le indagini della Guardia di Finanza si sono concentrate sull’analisi specifica di quelli che sono i dati relativi a più di 2.500 venditori online. Accumulate le necessarie informazioni, ha iniziato a delinearsi uno schema sempre più chiaro.

Confrontando i dati con quelli forniti dai gestori delle piattaforme di e-commerce, sfruttando inoltre tecniche investigative digitali sofisticate, è stato possibile far saltare fuori le tante e gravose irregolarità nelle vendite. Due gli ambiti principalmente coinvolti: tessile ed elettronico.

La maggior parte degli operatori economici coinvolti in questa vicenda aveva omesso la registrazione ai fini Iva. Altri, invece, avevano dichiarato volumi d’affari nettamente inferiori rispetto alla realtà.

Una volta svelato il tutto, quasi ogni operatore economico coinvolto ha prontamente avviato la necessaria procedura di regolarizzazione. Ciò vuol dire che le casse dello Stato avranno gli introiti dovuti ma, al tempo stesso, lascia sospettare altre operazioni.

Fin troppa solerzia nella regolarizzazione, il che potrebbe far pensare ad altre irregolarità, ovvero a volumi d’affari ancora superiori ma non svelati. Per questo motivo gli accertamenti non si fermeranno qui. Sono infatti previsti ulteriori interventi di verifica fiscale, al fine di recuperare tutte le potenziali somme evase.

La vicenda sottolinea un danno non soltanto per il Fisco ma anche per la concorrenza, leale, che fatica a restare in corsa con chi può permettersi operazioni di questo genere. La Guardia di Finanza ha di fatto ripristinato condizioni paritarie ma è ovvio che il controllo debba essere costante.

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