Il liceo del Made in Italy potrebbe rivelarsi la peggiore iniziativa del governo Meloni. I numeri infatti continuano a essere impietosi, mentre il nuovo anno scolastico non dista poi molto. Nello specifico si parla di 375 iscritti tra tutte le Regioni d’Italia.
È una rappresentanza a dir poco minima di quello che è il numero totale di studenti delle scuole superiori: lo 0,08%. Tutto ciò genera un problema concreto, al quale ancora non è stata trovata una risposta, ovvero la formazione delle classi.
Liceo Made in Italy senza studenti
Le aule del liceo del Made in Italy rischiano di rimanere semideserte. Occorre tener conto del numero minimo che il ministero aveva imposto al tempo della ministra Gelmini: 27 studenti per singola classe. Un dato impossibile da rispettare, con 375 alunni in tutta Italia.
Saltata l’ipotesi della deroga ministeriale, che avrebbe concesso la formazione di classi da 17 alunni, per un totale di circa 22 sezioni per il prossimo anno scolastico.
Un mese dopo, a fine giugno, la deputata della Lega Giorgia Latini ha poi presentato un emendamento. L’idea era quella di attuare una forzatura, per sfruttare una norma già esistente, il Decreto Caivano.
Ciò permette di derogare al numero minimo per classe, in relazione a determinate aree geografiche o situazioni specifiche. Il tutto esteso anche al liceo Made in Italy, dunque, ma quest’idea non è piaciuta in toto a nessuno schieramento, Lega compresa.
Emendamento decaduto, come confermato da Latini stessa alle pagine de Il Fatto Quotidiano: “L’ho ritirato e ora stiamo valutando intese differenti e specifiche. È un problema da affrontare in Commissione VII della Camera. Il ministero è impegnato nel trovare una soluzione”.
Il futuro del liceo del Made in Italy
Si ha la netta sensazione che il governo di Giorgia Meloni non sappia davvero che toppa individuare per il problema del liceo del Made in Italy. La nave non viene abbandonata, questo pare evidente, perché dal punto di vista dell’impatto politico sarebbe un gesto con delle conseguenze.
Si attende allora la risposta giusta, che dovrebbe arrivare in tempi brevi per i dirigenti scolastici. La questione è complessa e i presidi sono sul punto di far sentire la propria voce, dal momento che i lavori per l’anno scolastico 2024-25 hanno avuto inizio.
Ora la palla sembra essere totalmente nelle mani del Mim, o per meglio dire dei suoi tecnici. Ciò che conta sono i numeri e quelli sono impietosi, con appena 375 iscrizioni, come detto, a fronte di 92 licei a indirizzo Made in Italy approvati. Ecco la loro suddivisione:
- Sicilia: 17;
- Lombardia: 12;
- Lazio: 12;
- Puglia: 9;
- Marche: 8;
- Calabria: 8;
- Abruzzo: 6;
- Toscana: 5;
- Liguria: 3;
- Piemonte: 3;
- Veneto: 3;
- Molise: 2;
- Basilicata: 1;
- Emilia Romagna: 1;
- Sardegna: 1;
- Umbria: 1.
Il problema delle classi è però solo uno dei tanti che, da tempo, vengono sottolineati. Di fato manca ancora il dettaglio delle materie dopo il secondo anno.
I tempi di attivazione sono ovviamente strettissimi, con enormi gatte da pelare per gli istituti. Se non si dovesse riuscire a procedere o, peggio ancora, si dovessere andare avanti solo per il primo anno, per poi veder crollare l’intero sistema, occorrerà intervenire a tutela di quei quasi 400 iscritti lasciati in un limbo.