Decreto Armi all’Ucraina, raggiunto l’accordo: la Lega sconfitta in Cdm

Il Governo ha raggiunto un accordo sul decreto che conferma le forniture di armi all'Ucraina da parte dell'Italia: respinte le modifiche sostanziali chieste dalla Lega

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Matteo Runchi

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Il ministro della difesa Guido Crosetto ha annunciato che l’Esecutivo ha raggiunto un accordo sul decreto che dovrà autorizzare la fornitura di nuovi aiuti militari all’Ucraina. Il Governo è riuscito a superare le reticenze della Lega, che ha più volte tentato di escludere o di ridurre la percentuale di armi e munizioni contenuta nel pacchetto.

Anche il ministro Tajani si è detto soddisfatto del risultato, anche alla luce di quanto emerso dal vertice di Mar-a-Lago, in Florida, dove Donald Trump e Volodymyr Zelensky hanno guidato le rispettive delegazioni in un incontro importante per la definizione delle condizioni per la  pace.

Accordo sulle armi all’Ucraina

Il Governo è riuscito a raggiungere, prima del Consiglio dei ministri atteso nella giornata di oggi 29 dicembre, un accordo sul testo del decreto per la fornitura di armi all’Ucraina. Lo ha confermato il ministro della Difesa Guido Crosetto ad Affaritaliani, garantendo che la norma include la piena conferma degli aiuti militari riguardanti mezzi, materiali ed equipaggiamenti.

Negli ultimi giorni il tema del supporto all’Ucraina aveva diviso la maggioranza, in un clima già teso per le ultime modifiche alla Manovra finanziaria. La Lega di Matteo Salvini si era opposta, chiedendo che venisse data priorità agli aiuti umanitari ed energetici e che quelli militari venissero messi in secondo piano.

Tensioni che sono però state superate prima dell’inizio del vertice a Mar-a-Lago tra Zelensky e Trump, al termine del quale i due leader hanno sentito telefonicamente anche i capi di Stato e di Governo dell’Ue.

Cosa c’è nel decreto per le armi all’Ucraina

Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, la sostanza del decreto non sarebbe cambiata. Il pressing della Lega ha ottenuto soltanto alcune riformulazioni del testo, con riferimenti agli aiuti alla popolazione civile e un preambolo che accenna ai negoziati in corso. La norma in sé è una proroga che consente al Governo italiano di continuare a fare quanto già fatto negli ultimi anni in termini di supporto a Kyiv.

Dall’inizio della guerra, l’Italia è stata uno dei Paesi europei che ha contribuito meno alla resistenza ucraina contro l’invasione russa, in proporzione alle propri potenzialità.

Come Francia e Spagna, si è limitata a fornire meno dello 0,1% del proprio Pil in aiuti, sia militari sia civili, circa 3 miliardi di euro. La Germania ha donato 17 miliardi di euro, mentre Stati più piccoli come l’Estonia sono arrivati a devolvere il 2,5% del proprio Pil alla causa.

Il commento di Tajani e le resistenze di Salvini

Soddisfatto il ministro degli Esteri Antinio Tajani, che ha commentato l’accordo dichiarando:

Continueremo ad aiutare l’Ucraina da tutti i punti di vista: politico, economico e con l’invio di materiale militare e di materiale utile alla ricostruzione della rete energetica per aiutare la popolazione civile che sta affrontando un inverno difficile. Il tutto mentre continuiamo a lavorare per una pace giusta e duratura garantita da accordi di sicurezza a tutela di Ucraina ed Europa.

Salvini ha invece sottolineato nuovamente il fatto che sia stato aperto un tavolo di trattativa e che quindi non sia opportuno fornire all’Ucraina

armi per attaccare e distruggere.

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