Dopo la tragedia avvenuta a Scampia, con il crollo del ballatoio alla Vela celeste, ora è il momento delle indagini: la Procura di Napoli ha acquisito le carte relative agli eventuali interventi di manutenzione e alla riqualificazione della Vela, così da capire cosa può aver portato al crollo e alla morte di due persone e 13 feriti.
Le accuse ipotizzate comprendono disastro, crollo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Dove si stanno indirizzando le indagini
Il tragico bilancio del crollo del ballatoio nella Vela Celeste a Scampia, avvenuto alle 22:30 del 22 luglio, include due morti, 13 feriti e circa 800 persone evacuate, tra cui almeno 300 minori. Tra i feriti, due bambine sono in condizioni gravi e sono state ricoverate in rianimazione.
Le indagini si concentrano su più fronti: la raccolta di testimonianze per ottenere una ricostruzione accurata della dinamica e la verifica delle procedure amministrative relative alla Vela Celeste. In particolare, il dramma della scorsa notte ha spinto gli inquirenti a richiedere una duplice acquisizione di atti, per comprendere la natura e l’entità degli interventi di manutenzione effettuati sui ballatoi e sulle strutture di collegamento tra le diverse parti della Vela, ossia quelle strutture metalliche che per decenni hanno permesso i passaggi interni. Un allarme rimasto inascoltato, quello legato alla stabilità delle componenti interne dell’edificio.
Un altro aspetto dell’indagine riguarda il progetto di riqualificazione della Vela celeste, per il quale sono stati stanziati fondi del Pnrr. Il progetto prevede la demolizione delle Vele rosse e gialle nei prossimi anni, mentre la Vela Celeste sarebbe stata preservata come esempio di archeologia urbanistica. Mesi fa è stato aperto un cantiere per rimuovere detriti e eventuali presenze di amianto. Su questo progetto, la Procura ha deciso di focalizzare la propria attenzione, per capire quali step sono stati realizzati, in cosa consistono gli altri interventi e quanto sono compatibili con la presenza di centinaia di persone nella struttura da bonificare.
Le cause del crollo e il precedente nel 2016
Secondo alcuni testimoni, il crollo sarebbe avvenuto mentre era in corso un litigio, per futili motivi, tra due nuclei familiari. Non si esclude, ma al momento si tratta solo di un’ipotesi, che il peso concentratosi sul ballatoio possa avere contribuito al cedimento della struttura già fatiscente. Al momento la Procura non si pronuncia sulla circostanza.
Ci sono precedenti significativi documentati. Ad esempio, nel 2016, durante un sopralluogo ordinario, un poliziotto ha assistito al crollo di una parte del pianerottolo dall’alto verso il basso, restando aggrappato alla porta di ingresso di un residente per salvarsi. Questo episodio aveva già sollevato preoccupazioni riguardo alla stabilità delle strutture interne dell’edificio, rimaste però inascoltate.
Il piano di restyling della Vela Celeste
Nonostante la tragedia, il piano di riqualificazione va avanti; il sindaco Gaetano Manfredi ha insistito su un punto chiave: non c’è un nesso causale tra il cantiere allestito ai piedi dell’edificio e il crollo del ballatoio al terzo piano della Vela Celeste. Secondo Manfredi, il progetto di restyling deve proseguire e, almeno inizialmente, le cause del crollo vanno ricercate altrove. “I lavori erano cominciati all’inizio di questo anno al piano terra con l’eliminazione dei rifiuti e delle parti fatiscenti – ha spiegato – quindi non c’è alcuna relazione con i lavori che si stanno facendo ma ovviamente c’è un’indagine in corso e la Procura nominerà dei periti” per stabilire l’esatta dinamica del crollo.
Al momento, l’inchiesta è di ampio respiro e le accuse sono contro ignoti. Come avevamo affermato ieri, all’interno delle Vele è in corso un progetto di riqualificazione che prende il nome di ReStart Scampia, che si sta realizzando con quasi 160 milioni di fondi del Pnrr, Pon Metro e Periferie. Di questi 160 milioni, 84 milioni e 518 mila euro sono del Pnrr.
La prima fase del progetto comprendeva proprio la riqualifica della Vela Celeste: ad aprile erano stati destinati 18 milioni di euro per il suo restyling, con l’obiettivo di creare nuovi spazi comuni, commerciali, aree di lavoro e luoghi adatti a eventi culturali. Oltre a questo, il progetto ReStart Scampia prevede interventi significativi, tra cui la riqualificazione degli spazi comuni, dei piani dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e il rifacimento delle superfici orizzontali di copertura.
Emergenza sfollati, la situazione
Dopo l’incidente, alcuni residenti hanno lasciato il tendone allestito dalla Protezione Civile e si sono diretti verso l’Università Federico II di Napoli, dove hanno occupato la facoltà di Medicina, come riportato da Il Mattino. Degli 800 sfollati, 300 sono ritornati in serata nelle loro abitazioni, ma il problema adesso è per gli altri 500: per loro sono state individuate soluzioni alternative per ospitarli, in attesa delle verifiche sugli appartamenti.
I circa 100 alloggi della Vela Celeste di Scampia sui quali sono stati effettuati gli accertamenti dopo il crollo di ieri sera “non sono inagibili, ma sono agibili nella misura in cui sarà effettuato un monitoraggio che si concluderà entro 15 giorni”, afferma il prefetto cittadino Michele Di Bari. Che assicura che gli edifici selezionati dove andranno gli sfollati presentano condizioni di qualità: “Spiegheremo ai residenti della Vela che la sistemazione nelle strutture individuate è temporanea e provvisoria e saranno assicurati tutti i servizi. Noi dobbiamo gestire questa tragedia ed è questo il tema che ora dobbiamo affrontare e noi dobbiamo gestire queste persone nella loro dignità. Dobbiamo tutti insieme andare nella stessa direzione di marcia con al centro l’uomo e la sua dignità”.
Il prefetto ha assicurato anche il prolungamento delle misure anti-sciacallaggio nella Vela Celeste, così da rassicurare le famiglie interessate sui beni che sono state costrette a lasciare negli appartamenti inagibili. Controlli saranno messi sul campo anche nelle strutture emergenziali.