La prima giornata dell’edizione 2024 del Social Football Summit, che si sta tenendo in queste ore allo Stadio Olimpico, a Roma, ha visto la tecnologia e lo sport protagonisti del panel “Sport e Tecnologia: il digitale al servizio di una nuova teleriabilitazione”.
Moderati da Massimo Caputi, sono saliti sul palco del Global Stage Antonio Amati, per Almaviva, Paolo Guidelli, di Inail, il Prof. Franco Molteni, per Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute e l’atleta paralimpica Italiana Ambra Sabatini.
Nel corso del 2020, l’ondata pandemica causata da SARS-CoV2 ha evidenziato la necessità di far ricorso a tecniche di telemonitoraggio e teleassistenza per il proseguimento delle cure ai pazienti, allo scopo di ridurre il rischio di contagio. In tale contesto e sotto la spinta di queste condizioni si è favorita una spinta legislativa da parte del Ministero della Salute, volta a promuovere la telemedicina.
Il SSN e la teleriabilitazione
Nell’ambito della Missione 6 “Salute” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), uno degli obiettivi previsti, da traguardare entro il 2026, è rendere “le strutture sanitarie italiane più moderne, digitali ed inclusive, promuovendo l’equità di accesso per tutti i cittadini”.
Un aspetto specifico della telemedicina è rappresentato dalla teleriabilitazione, che implica l’erogazione a distanza di prestazioni e servizi volti ad abilitare, ripristinare o migliorare il funzionamento psicofisico di individui di tutte le fasce d’età, con disabilità o disturbi, congeniti o acquisiti, transitori o permanenti.
Il documento “Indicazioni per l’erogazione di prestazioni e servizi di teleriabilitazione da parte delle professioni sanitarie”, adottato con l’Accordo di Conferenza Stato e Regioni, intende fornire indicazioni uniformi per il SSN riguardo alle prestazioni di teleriabilitazione da parte dei professionisti sanitari, nonché ai servizi che possono derivare dalla combinazione di tali prestazioni con altre prestazioni sanitarie.
Relativamente all’efficacia della teleriabilitazione, in Italia, i principali ostacoli allo sviluppo della teleriabilitazione sono legati soprattutto ai costi e, quindi, agli investimenti.
Se gli studi scientifici, ad oggi, non evidenziano un forte rapporto costo-efficacia si aggiunge la mancata inclusione della teleriabilitazione nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) del SSN Italiano, che prevedono esclusivamente l’accesso alla riabilitazione mediante l’impiego di dispositivi robotizzati, escludendo di fatto le altre tecnologie utilizzabili nella teleriabilitazione. Nonostante la spinta legislativa post-pandemica e il parziale supporto della letteratura che riconosce la riabilitazione da remoto come valida alternativa alla modalità in presenza, persistono ostacoli alla sua implementazione e diffusione nel nostro Paese.
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, introducendo i lavori del convegno “Tecnologie e competenze nell’era digitale dell’IA. L’evoluzione della Salute”, organizzato dalla Federazione delle Società medico-scientifiche italiane (Fism), a settembre, ha sottolineato che “la telemedicina è uno strumento fondamentale che favorirà una presa in carico integrata e aiuterà ad avvicinare la sanità ai pazienti. Quest’anno la quota degli over 65 che usufruiscono dell’assistenza domiciliare ha già superato l’8% rispetto all’obiettivo del 10% del 2026”.
I numeri
Circa 400 milioni di persone in Europa, più del 40% della popolazione, vivono in una condizione di salute che richiede cure riabilitative, ma la maggior parte non le riceve. L’ultimo rapporto disponibile di Oms Europa, evidenzia che anche l’Italia non fa eccezione: il 44,9% degli italiani, infatti, avrebbe bisogno di interventi riabilitativi.
Nel 2023 in Italia i consulti in telemedicina sono cresciuti esponenzialmente: + 172%, laddove la teleriabilitazione rappresenta un esempio di come la tecnologia sia in grado di fornire un supporto utile tanto al medico quanto al paziente.
Alla luce di questo quadro normativo e sociale, nel panel “Sport e Tecnologia: il digitale al servizio di una nuova teleriabilitazione”, Almaviva e Villa Beretta hanno messo in evidenza la loro collaborazione per l’implementazione di soluzioni di teleriabilitazione.
L’importanza degli investimenti
Servizi e strumenti digitali in grado di potenziare, rendere fruibili e gestire tecniche di riabilitazione avanzata garantiscono continuità di cura in modo sostenibile, sia dal punto di vista economico che organizzativo, incrementando i volumi di attività di cura. A ciò si accompagna la possibilità di ridurre i tempi di degenza e di incrementare il recupero funzionale motorio e cognitivo.
Il Prof. Molteni, nell’intervenire a SFS 2024, focalizza subito l’attenzione sul fatto che siamo in un momento di cambiamento epocale, legato alle nuove tecnologie: tecnologie indossabili, intelligenti che danno informazioni del corpo della persona, che interagisce in tempo reale nel suo ambiente di vita. Siamo di fronte a un nuovo modo di prenderci cura della persona nel suo vero ambiente di vita, monitorando i suoi comportamenti e verificando come stressando le capacità di concentrazione, di attenzione, di problem solving, non solo l’aspetto fisico, ma l’intelligenza del movimento viene supportata.
Il supporto a distanza, in realtà, non è un qualcosa di impersonale e distaccato, ma professionisti e paziente sono in contatto reale come se fossero lì insieme. Si mantiene una strettissima relazione, che comporta l’acquisizione di risposte importanti che cambiano anche in funzione di dove la persona svolge un compito.
Ulteriori miglioramenti tecnologici permettono di sviluppare sistemi che dettano l’intenzione del movimento e non solo la sua esecuzione.
Su sollecitazione di Massimo Caputi, il Prof. Molteni ribadisce che “la tecnologia non è biologia, ma è un modo per scoprire la biologia. Stiamo cambiando la visione della biologia dei sistemi grazie alla tecnologia”.
Tenendo conto delle nuove tecnologie nella teleriabilitazione vediamo come la realtà virtuale è il propulsore in grado di tradurre in una forma fruibile qualcosa che stiamo immaginando e che altrimenti sfuggirebbe alla realtà, che va vissuta in modo adeguato. La rotta tracciata viene ribadita nel panel anche da Paolo Guidelli.
I 3 vincoli dell’Inail
Il periodo pandemico ha imposto di remotizzare i servizi di riabilitazione. Il tutto è avvenuto con strumenti semplici, a fronte di un feedback positivo da parte degli utenti. E’ stato sperimentato un sistema che consente di garantire assistenza agli utenti con team multidisciplinari per personalizzare sempre di più il percorso riabilitativo.
Migliorando la vita dell’infortunato, in generale, e le sue capacità motorie, favorendo una diminuzione degli spostamenti e quindi incrementando prestazioni erogate al singolo utente è stato visibile il favore del paziente.
L’Inail per proseguire e implementare questo impegno ha fissato 3 vincoli fondamentali:
- Utilizzo di medical device certificati
- Riscontro sicuro in termini di scambio dati
- Introduzione di indici di valutazione in modo che il servizio erogato in remote sia assimilabile a quello erogato in prossimità.
Fondamentali sono anche gli aspetti organizzativi da mettere in pista, privilegiando un modello partecipativo. Tutti gli stakeholder coinvolti in questo processo partecipano attivamente in ogni fase: da quella della progettazione alla realizzazione di soluzioni finali.
Per Paolo Guidelli diventano fondamentali gli upskilling dei professionisti perché possano utilizzare al meglio le nuove tecnologie e che il tutto sia supportato dalle norme. E’ importante fare rete e assicurarsi che al maturare della tecnologia ci sia un adeguato supporto della componente normative.
La testimonianza di Ambra Sabatini
Tutto questo impegno, questo supporto, questa attenzione, la facilitazione di un inizio e di una prosecuzione di percorsi riabilitativi, con un occhio molto attento al mondo sportivo, e alla ripresa psico-fisica anche in relazione agli allenamenti, ha trovato la testimonianza concreta nelle parole di Ambra Sabatini, pronta a riprendere gli allenamenti da Livorno, con un nuovo allenatore, il livornese Fabrizio Mori, oro nei 400 ostacoli ai Mondiali di Siviglia 1999.
L’oro nei 100 metri a Tokyo e ai Mondiali sembra già un vecchio ricordo. Il suo corpo e la sua mente sono proiettati a Los Angeles 2028. In questo percorso, temporalmente lungo, non sarà sola.