I tifosi della Juventus stanno vivendo un incubo che non sembra avere fine. Dal Covid in poi il club ha faticato a riprendersi, considerando anche quanto accaduto in ambito dirigenziale. Il vero problema, però, è senza dubbio la lunga serie di scelte tecniche errate. Numerosi i passi falsi, che hanno portato a dietrofront clamorosi e soluzioni che hanno poi smentito quelle precedentemente adottate.
Il risultato? Dopo la stagione sofferta dello scorso anno, salvata dal cambio in panchina, i bianconeri si ritrovano senza allenatore dopo 8 gare disputate. La riconferma di Tudor in panchina non ha dato i frutti sperati e l’ottavo posto parla chiaro. La vetta non è così distante ma, di fatto, nelle ultime cinque gare sono stati collezionati 3 punti, frutto di due sconfitte e tre pareggi.
C’è chi ha fatto peggio, certo, ma si tratta di Genoa (1 punto) e Fiorentina (2 punti), rispettivamente all’ultimo e terzultimo posto. Addio a Tudor, dunque, ma questo valzer di panchine costa caro alla vecchia Signora.
Tudor esonerato, quanto costa alla Juve
Prima di parlare di Tudor, è necessario fare un passo indietro e ricordare che Thiago Motta è ancora sotto contratto con la Juve. Il club non paga soltanto l’allenatore, però, bensì tutto il suo staff, per un accodo valido fino a giugno 2027.
Potrebbe trovarsi prima un accordo privato per la rescissione o Motta potrebbe trovarsi un’altra squadra, ma per il momento i bonifici sono d’obbligo. Il costo lordo complessivo è di 12 milioni di euro, circa.
Si è scelto poi di virare su Tudor, che ha portato con sé i suoi collaboratori, ovviamente. Cifra complessiva lorda approssimativa? Ben 8 milioni di euro fino a giugno 2027. La scelta di esonerare il secondo tecnico in meno di un anno, dunque, ha un peso specifico notevole sui bilanci di circa 20 milioni euro.
Il clima per la vecchia Signora si fa molto teso, mentre in società si discute di vari scenari, come ad esempio la vendita. Si vocifera di un John Elkann ormai stanco del progetto sportivo e di Tether sempre più interessata a mettere le mani sull’intera torta.
In questa situazione non si esclude che la Uefa possa intervenire e analizzare i conti bianconeri da vicino. Il bilancio ulteriormente appesantito da un terzo tecnico potrebbe aprire le porte di una verifica in chiave Fair Play Finanziario.
Nuovo allenatore della Juve: chi è Massimo Brambilla
Le notizie in merito al nuovo allenatore della Juventus sono svariate. Si sta ipotizzando un ritorno di Thiago Motta, che di fatto appare quasi impossibile. Se economicamente avrebbe senso, creerebbe una crepa con la tifoseria e, di fatto, lo spogliatoio.
Al fine di evitare scelte affrettate, i bianconeri sembrano propensi a dare la panchina a Massimo Brambilla. Si tratta dell’allenatore della Juventus Nex Gen. Una toppa interna, che non incrementa il peso sul bilancio. Sarà lui a guidare la squadra contro l’Udinese, per poi lasciare spazio a uno tra Luciano Spalletti e Raffaele Palladino. Sono questi i nomi caldi.
L’ex ct potrebbe percepire una somma vicina ai 3 milioni di euro, come in Nazionale. Una somma non troppo distante da quella ottenuta a Napoli, del resto, dove aveva un accordo per circa 3,2 milioni. Decisamente più economico Palladino, il cui stipendio potrebbe essere al di sotto dei 2 milioni. Alla Fiorentina ne percepiva 1,6.
Si tratta però di somme nette e non lorde, che non prevedono il calcolo dello staff. La Juve potrebbe ritrovarsi dunque a sborsare una cifra complessiva tra i 25 e i 27 milioni di euro lordi all’anno.
E i tifosi? Palladino è un ex bianconero, che ha però ancora tutto da dimostrare in panchina. Spalletti è per tutti oggi l’allenatore dello storico scudetto del Napoli, con tanto di tatuaggio a ricordarlo. Ancora una volta la dirigenza pare trovarsi tra incudine e martello, sommersa dal peso degli errori di mercato, in campo e in panca.