Juventus, oltre 15 mila euro da pagare all’Inps per contributi non versati

La Juventus deve pagare oltre 14mila euro di contributi di malattia non versati ai lavoratori sportivi. Decisione definitiva.

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Claudio Cafarelli

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Nel marzo 2025 la Corte di Cassazione ha messo la parola fine a una vicenda giudiziaria che vedeva coinvolta la Juventus in merito al mancato pagamento dei contributi previdenziali di malattia per i propri lavoratori sportivi. La causa nasce da un avviso di addebito emesso dall’Inps per un importo pari a 14715,12 euro, oltre a interessi e sanzioni, relativo al febbraio 2016. Il club bianconero aveva contestato la richiesta davanti al tribunale di Torino e successivamente alla corte d’Appello. Entrambe le sedi giudiziarie avevano però respinto le obiezioni della società, intimandole di pagare. L’ultima tappa si è consumata davanti alla quarta sezione civile della Cassazione, che con l’ordinanza n. 8.643 ha confermato le decisioni di primo e secondo grado, rendendo definitiva la condanna al versamento della somma dovuta.

Le ragioni del ricorso

La Juventus, difesa dai propri legali, aveva sostenuto di non essere tenuta al pagamento del contributo aggiuntivo destinato al finanziamento dell’indennità di malattia. La motivazione addotta si fondava sul fatto che la società già garantiva ai propri dipendenti un assegno pari alla retribuzione in caso di assenza per malattia. Secondo questa interpretazione, la normativa avrebbe consentito l’esonero dal versamento dei contributi. La Cassazione, pur riconoscendo la complessità del quadro normativo e le difficoltà interpretative che avevano portato alla contestazione, ha stabilito che tale esonero non è più applicabile. I giudici hanno sottolineato come le regole siano cambiate: anche i datori di lavoro che, per legge o contratto collettivo, corrispondono direttamente la retribuzione in caso di malattia, sono comunque tenuti al pagamento della contribuzione aggiuntiva.

Il principio stabilito dalla Cassazione

La Suprema Corte ha chiarito che la disciplina, in passato più favorevole ai datori di lavoro che riconoscevano l’intera retribuzione, è stata modificata. La normativa attuale non prevede più la possibilità di esonero e rende obbligatorio il versamento dei contributi all’Inps. Nell’ordinanza si legge che “anche i datori di lavoro che corrispondono per legge o contratto collettivo il contributo di malattia, che prima erano esonerati dall’obbligo contributivo, diventano tenuti al versamento della contribuzione”. Una presa di posizione che elimina qualsiasi margine interpretativo e che consolida un orientamento già espresso in precedenti occasioni.

Le conseguenze per il club

Con il rigetto del ricorso, la Juventus è ora obbligata a pagare la cifra contestata, oltre agli interessi maturati e alle sanzioni accessorie. La decisione assume carattere definitivo e chiude una vicenda aperta da quasi un decennio. Non si tratta di un importo particolarmente elevato per una società delle dimensioni del club bianconero, ma la sentenza della Cassazione assume valore simbolico e giuridico rilevante. Rappresenta infatti un chiarimento definitivo sull’interpretazione della normativa relativa ai contributi di malattia dei lavoratori sportivi, un settore in cui spesso le regole previdenziali sono oggetto di contenzioso per la loro specificità. I giudici hanno sottolineato la novità e la complessità della questione trattata. Proprio per questo hanno disposto la compensazione delle spese di giudizio tra le parti, riconoscendo che il contenzioso nasceva da un terreno normativo non del tutto chiaro.

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